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Roma. Manifestazione contro Equitalia

 

“Cara Gerit non ti paghiamo” recita lo striscione in testa al corteo. Appena arrivato davanti all’edificio dal corteo sono partiti lanci di verdura, frutta e petardi all’indirizzo di Equitalia presidiata dalla polizia. “Il filo conduttore di questa iniziativa è la contestazione ai piani di austerity che è stata lanciata a livello europeo in occasione del vertice del G8 che si apre in Francia” dice Giulia di Acrobax. Per Paolo Di Vetta (Blocchi Precari Metropolitani) questa è una “prima giornata di insorgenza e indignazione contro gli strozzini di stato in preparazione dello sciopero metropolitano del 30 maggio”.

La Gerit/Equitalia, oggi attraverso una normativa di emergenza è autorizzata dal governo ad entrare direttamente sui conti correnti e congelare le poche disponibilità finanziarie o pignorare i beni. Spesso l’unica casa, per chi ce l’ha, o addirittura sequestrando dal giorno alla notte automobili, motorini, a volte l’intero garage, sempre per chi lo possiede. A fronte di questa situazione inaccettabile ed insostenibile oggi in piazza ci sarà la rabbia e l’indignazione che guarda in prima battuta alla Gerit/Equitalia, ma che nel mentre, urla al Governo di questo paese la responsabilità politica della repressione fiscale, capillare e incontrollata che subiscono i settori popolari.

“Noi la così detta crisi la stiamo già pagando, per le scelte di politica economica che questo governo ha intrapreso peraltro perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione Europea e della BCE” dicono in un appello gli attivisti della rete “Reddito per tutt@”. “Provvedimenti che hanno salvato i debiti privati delle banche causate dalle speculazioni finanziarie manovrate dai burattinai che spesso etero dirigono la rappresentanza politica, facendoli pagare dal pubblico, ovvero con i nostri soldi, attraverso i contributi che versiamo non solo per mantenere una pubblica amministrazione corrotta e inefficace, lontana dai bisogni dei cittadini, ma oggi anche per mantenere e ripianare i debiti delle banche e delle loro indegne speculazioni. E’ veramente troppo, è veramente inaccettabile”.

Nell’appello viene rivendicato il diritto all’insolvenza per tutti i precari e le famiglie indebitate e ingiustamente perseguitate dalla Gerit/Equitalia, “chiediamo una sanatoria immediata e generalizzata per tutti i precari, disoccupati, pensionati e lavoratori”. Sarà una manifestazione costruita dal basso a partire dai movimenti sociali dei precari, dei senza casa, degli studenti delle scuole e delle università, dalle rappresentanze di base dei sindacati, dai centri sociali, ma soprattutto sarà dei tanti singoli debitori e famiglie che vogliono manifestare la loro indignazione e che da oggi non saranno soli contro le ingiustizie che si celano dietro i tanti contenziosi accumulati a centinaia di migliaia in tutto il paese.

Un’agenzia la Gerit/Equitalia, nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale che in Italia arriva a superare ormai i 120 Miliardi ogni anno e che invece di segnalare i grandi e piccoli noti evasori, perseguita i precari, i senza casa, la povera gente che onestamente e con dignità arranca tutta la vita. Dentro questa importante giornata di mobilitazione che si lega idealmente e materialmente alla giornata di azione indetta dagli Stati Generali della Precarietà che si sono visti a Roma a metà aprile e che accolgono l’appello internazionale contro l’austerity diffuso dalle reti sociali francesi in occasione del vertice del G8, cominciano le prove generali e diffuse sul territorio del nostro sciopero, uno sciopero precario. Lo sciopero sociale della rabbia dei precari, che tornerà già a partire dal prossimo 30 Maggio ad occupare le piazze e le strada di Roma con lo sciopero metropolitano dei sindacati di base e dei movimenti indipendenti. Cominciano le prove generali della ricomposizione sociale e della lotta dal basso senza quartiere contro i cravattari dello Stato.

 

Ascolta le interviste realizzate da Radio Città Aperta a Paolo Divetta

e Francesca D’Innocenzo

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