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Corteo a Roma contro la manovra del governo e il nuovo “patto sociale”

Delegati e iscritti al sindacato di base Usb e lavoratori di varie categorie sono partiti con un corteo non autorizzato da Trinità dei Monti, hanno percorso via Condotti e quindi si sono immessi in via del Corso, bloccando la circolazione sotto le finestre di palazzo Chigi. Dopo aver presidiato la Galleria Colonna, gridando slogan contro la monovra economica del governo e il “patto sociale” corporativo che vorrebbe tappare la bocca a tutti i lavoratori italiani, sono ripartiti in corteo fino a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi al grido di “dimissioni!”

Anche a Bologna si è tenuta una iniziativa di lotta indetta dall’USB a livello nazione per la giornata del 1 luglio. Si è tenuto questa mattina a Bologna davanti alla Prefettura il presidio indetto dall’USB contro la manovra economica dettata dall’unione europea e l’accordo antidemocratico tra confindustria e cgil cisl uil. E’ una prima iniziativa in vista di una mobilitazione più vasta che dovrebbe arrivare alla convocazione vera e propria di uno sciopero generale e generalizzato contro le politiche anti-popolari e anti-democratiche dettate dalla UE e da Confindustria, che coinvolga tutto il sindacalismo conflittuale, con i movimenti in lotta contro la precarietà, per la difesa del territorio e dell’ambiente, per il diritto all’abitare e al reddito, per i diritti dei migranti. Il 15 luglio è già stato indetto un primo sciopero del pubblico impiego, settore ampiamente colpito dalla manovra finanziaria che blocca i contratti di fatto fino al
2018 e blocca il turn over. Al presidio hanno partecipato un centinaio di lavoratori e lavoratrici dell’USB e del movimento di lotta x la casa. Il vice prefetto ha ricevuto una delegazione del presidio. L’iniziativa è proseguita con un corteo che ha raggiunto la sede del Comune di Bologna. Dopo l’ultimo bilancio Comunale che ha tagliato oltre 50 milioni di euro, di cui si sentono già le pesanti conseguenze, rispetto al sistema educativo dell’infanzia, all’assistenza domiciliare, al rincaro del trasporto pubblico locale, sulle politiche abitative e più in generale su tutto ciò che sono i servizi ai cittadini, questa manovra giustificherà ulteriormente le politiche liberiste della giunta di Bologna. Sul versante della democrazia sindacale, l’accordo siglato a livello nazionale tra confindustria e sindacati complici, ha preso come esempio le relazioni sindacali che in Emilia Romagna sono già presenti. Il consociativismo messo in campo sul piano nazionale ha lo scopo di tagliare fuori da qualsiasi trattativa i lavoratori e le organizzazioni sindacali conflittuali, una pratica che è tristemente normalità in Emilia Romagna.

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