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Napoli. Fermi e arresti tra i precari Bros

I disocupati appartenenti al progetto Bros, sono riusciti a entrare nel palazzo dove si trovano alcuni uffici del Comune e nel quale si riuniscono le commissioni consiliari e il Consiglio, hanno esposto alcuni striscioni ai balconi. I ‘Bros’ chiedono un incontro con il sindaco partenopeo Luigi de Magistris “Una richiesta già avviata da settimane e che, fino ad ora, non ha trovato una risposta chiara e positiva” affermano i precari. I disoccupati che, nel corso degli anni hanno seguito corsi di formazione, chiedono di essere inseriti in progetto lavorativi (ad esempio la raccolta differenziata dei rifiuti). L’arrivo della polizia ha portato al fermo di ottanta disoccupati e all’arresto di due che sono stati già portati nel carcere di Poggioreale. In un comunicato la federazione della Usb Campania, denuncia che dallo staff del Sindaco non è arrivata alcuna risposta certa e chiara ma si è palesata l’azione repressiva. L’Usb, chiede la scarcerazione immediata dei disoccupati arrestati e  invita il Sindaco e l’amministrazione “ad ascoltare le sacrosante ragioni dei precari del progetto Bros e a rifuggire qualsivoglia pulsione poliziesca”.

Otto giorni fa i precari Bros avevano bloccato per circa un’ora la circolazione dei treni della metropolitana della linea 2 e dei convogli delle Ferrovie dello Stato nella stazione «Gianturco» di Napoli. A fine giugno avevano occupato anche il Ministero del Lavoro a Roma. I precari Bros ormai sono da mesi senza alcuna forma di reddito da quando la Regione Campania ha tagliato i fondi e nessun alto soggetto si è fatto avanti per dare garanzie a migliaia di precari e disoccupati. Esattamente un anno fa era stata dichiarata una sorta di “tregua armata” tra i movimenti dei precari napoletani e le istituzioni campane dopo un vertice in Prefettura (tra il Sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, il Sindaco di Napoli e il Presidente della Provincia) in cui era stato varato un provvedimento tampone che assicurava tre mesi di salario (596,00 Euro) ai circa 4000 Precari Bros in attesa di definire un (improbabile) progetto di avviamento al lavoro per l’ autunno e che però non c’è stato. In compenso c’è stata una escalation repressiva contro il crescendo di iniziative di mobilitazione e di lotta dei Precari Bros i quali avevano messo a segno – nell’area metropolitana napoletana – occupazioni di edifici pubblici, di chiese e di uffici afferenti al Ministero del Lavoro. In pochi giorni c’erano stati arresti, fermi, perquisizioni domiciliari e centinaia di arresti con una casistica che in Italia è paragonabile solo a quella dell’Autunno Caldo degli anni ’60. Non è un caso che sono stati rispolverati e utilizzati, da parte della Questura e della Procura della Repubblica, una serie di articoli del Codice Penale (ad esempio: la funzione di “promotori di iniziative di lotta” è stata assunta come aggravante per giustificare gli arresti) da tempo inutilizzati al solo scopo di poter allestire adeguatamente i castelli giudiziari contro gli attivisti dei movimenti colpiti dalla repressione. In altre sedi abbiamo discusso – e continueremo a farlo – di come affrontare le complessità che una composizione di classe complicata come quella napoletana pone agli attivisti dei movimenti e a quanti, a vario titolo, si relazionano con il conflitto. E’ questo un tema aperto di dibattito e di confronto che intendiamo mantenere aperto con uno sguardo rivolto, prioritariamente, ai pesanti effetti antisociali della immanente crisi economica che iniziano a riverberarsi a larga scala.

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1 Commento


  • nicolò

    Il coordinamento precari bros io ritengo abbiano un ottimo obiettivo proponendosi per la raccolta differenziata a Napoli, ma ritengo altresì che il movimento debba mettere la ragione e l’intelligenza al posto di comando e la capacità di costruire comunicazione e consenso. Con il consenso si attrarre professionalità, saperi, onoscenze, abilità attivabili proprio per la raccolta differenziata. Dunque la raccolta differenziata non come propaganda e solo buna intenzione ma fatto concreto, costruzione di abilità sociale e collettiva. Una sfida ritengo sia quella di proporsi per la raccolta differenziata nei quartieri più difficili di Napoli, lavorando con gli abitanti e tracciano progetti concreti di raccolta. La costruzione di consensi vuol dire capacità di coinvolgere gli amministratori locali “amici” e produrre atti amministrativi… per la raccolta differenziata. Do per scontata la conoscenza del ciclo dei rifiuti. Tantissimi lavoratori immigrati di riferimento dell’USB lavorano in fabbriche dove si separa la plastica dai metalli raccolti con la differenziata e separati dall’umido. La raccolta differenziata ora va fatta. Dobbiamo anche avere cura ed attenzione per la nuova Amministrazione comunale, ri-iconquistarla, non certo maltrattarla. Il richiamo a Demagistris deve certo esserci, ma più importante ritengo la costruzione del consenso dal basso e non chiedere al sindaco interventi miracolistici, non li potrà mai fare, noi invece possiamo costruire e realizzare i miracoli, sta a noi. ecc..

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