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A Roma è riesplosa la “guerra di mala” (seconda parte)

Roma viene ormai considerata una “zona ad emergenza criminalità”, e si sono svolti incontri con vertici istituzionali di altissimo livello. A questi hanno preso parte esponenti sia della giunta capitolina che i respondabili sia della polizia investigativa, che della magistratura
Secondo il il procuratore Giancarlo Capaldo, riferendosi agli ultimi avvenimenti “sanguinosi” e non, queste nuove leve: “Studiano il territorio, commissionano ricerche, preparano piani, promettono presidi. Viminale, Campidoglio e Prefettura sono alle prese col ritorno dell’“emergenza sicurezza” a Roma”. Si annucia anche che:”Per la fine di settembre contiamo di presentare una proposta con cui si possa dire che ogni quartiere di Roma ha un suo presidio fisso e la responsabilità di quell’area sarà di chi lo gestisce”.
Ora si sa che a Roma già operano almeno 16 mila unità di polizia, e a fronte di ciò il procuratore Capaldo ipotizza che dietro omicidi, rapine e gambizzazioni ci possa essere “una guerra tra bande per il predominio nelle varie attività criminali” (…); a Roma c’è un tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia del territorio.”.

Una breve cronologia solo degli ultimi due mesi, sta a testimoniare un panorama molto preoccupante sul piano della “sicurezza” nella capitale:
Il 13 giugno Raffaele Cohen, un 74enne di origini libiche esponente di spicco della comunità ebraica, viene trovato morto nell’androne del suo palazzo in zona piazza Bologna. E’ stato accoltellato, dell’esecutore, per ora, non c’è traccia.
Il giorno dopo, il 14 giugno,  ci sono due omicidi in 24 ore.
Il 20 giugno a Quarto Miglio un pastore di 78 anni Sabatino Onofri, viene trovato senza vita.
La notte di sabato 25 giugno a Roma, un giovane musicista viene aggredito e pestato a sangue da un gruppo di ragazzi, colpito a calci e pugni! Tutt’oggi è ancora in coma.
Il 10 luglio è stato ferito a colpi di pistola un 33/enne romano con precedenti vittima di un agguato ieri sera a Roma, avevano cercato di ucciderlo, ma probabilmente hanno mancato il colpo letale.
Queste vicende, che sono come l’erba cattiva, ogni tanto rispuntano tra i sampietrini romani e le pagine di cronaca nera dei giornali, dove già abbondano titoloni e fosche previsioni. Eccone degli esempi
Spari di giorno e in centro. Torna il romanzo criminale
«Capitale Far West», la sfida è tra bande di giovani ventenni romani che vogliono restare aggrappati alle grandi partite di droga
… sparano troppo e da troppo tempo a Roma, sparano davvero. Troppo spesso.
Dal 2008 sono già stati una quarantina i gambizzati a Roma, piccoli agguati delle nove di sera, che non finiscono più nemmeno nelle brevi di cronaca, perché non fanno notizia.
Eppure dovrebbero, perché raccontano una Roma che sta cambiando. E’ come se ci sia una precisa strategia messa in cantiere da soggetti che pensano ancora di potersi federare in una specie di holding criminale (un nuovo patto di sindacato?) per poi lavorare «all’altezza» di altre “organizzazioni malavitose” di calibro più elevato. Vicende tristi che fanno “risorgere” (?) vecchi “spettri”; il fantasma della Magliana ci insegue, pensa così il sindaco di Roma, Alemanno, che due anni fa se la prese con fiction come quelle simili a Romanzo Criminale (stimolerebbero l’emulazione), e fu rimbeccato dal regista M.Placido con questa frase, fin troppo garbata: «Le fiction di maggior successo sono quelle sui santi, eppure nessuno si fa più prete».
Per tornare invece a questioni più serie, si nota che nell’ambiente (forse anche per una giostra competitiva, anche perché ormai camorristi e ‘ndranghetisti gestiscono in proprio traffici e investimenti seri), girano pochi soldi, pochi persino per pagare le partite di droga già ordinate, e questo è un bel movente, per spararsi nelle gambe prima e poi per scannarsi.
Un debito di qualche genere potrebbe spiegare la morte, sempre in Prati, del morto ammazzato ad aprile davanti al teatro Delle Vittorie, o l’ultima sparatoria avvenuta a Casalbruciato. Non sono certo casuali le sparatorie avvenute nei quartieri romani di Tuscolano, Cecchina o Primavalle.
Si insiste spesso sullo “spettro” della banda della Magliana: «Bisogna capire se esiste ancora uno spezzone operativo della banda»; e forse il nodo è rappresentato dal fatto che oggi: «Certi omicidi non avvengono a caso, la criminalità si sta riorganizzando».
In alcuni quartieri, tre o quattro bande di ventenni romani disperati si starebbero contendendo piazze e mercati, ma soprattutto starebbero combattendo per restare aggrappati alle grandi partite di droga. Gli avvertimenti ormai non si contano più; le esecuzioni «firmate» in alcuni di questi quartieri (“territori”) non sono lavoretti da ragazzi di borgata.
Possiamo constatare che le “guerre” per conquistare una leadership scoppiano quando viene meno quell’equilibrio garantito, a volte, dal ruolo dei cosidetti “colletti bianchi”, o perché vengono eseguiti sequestri di danaro, beni o proprietà immobiliari (edifici, ville, yacth ecc…); oppure l’eliminazione fisica di “concorrenti scomodi o inaffidabili”! Tutto ciò è avvenuto negli ultimi tempi (è sufficente scorrere le ultime cronache giornalistiche…) ma, sia le speculazioni edilizie che i raggiri con truffe milionarie cioè, operazioni di “alto livello” che richiedono soggetti in possesso di alte specializzazioni, le quali sono forse fuori dalla portata di questi nuovi soggetti “malavitosi”, ai quali al massimo si possono appaltare o compiti di sorveglianza “territoriale” con la conseguente “punizione per chi sgarra”; o il controllo dei quartieri prescelti come “terre di conquista”!
E’ dunque abbastanza plausibile immaginare che a qualcuno piacerebbe e vorrebbe ripercorrere la strada che a portato poi alla costruzione della banda della Magliana. C’è ancora chi sostiene che la vecchia banda non sia mai morta, e chi ci ricorda che il suo “tesoretto” non è mai stato davvero trovato.
Continuano poi gli strani “intrecci” tra i diversi settori e soggetti presenti a Roma, ad esempio voci sui negozianti ricattati dalla malavita.
Scrive C.Bonini su Repubblica: C’è omicidio e omicidio. E quello di Flavio Simmi, per dirla con le parole di un investigatore della Mobile che di cadaveri a terra ne ha raccolti in questi anni, “è roba seria. Brutta e seria”. Cinque mesi fa, un calibro 22 gli aveva portato via un testicolo in piazza del Monte di Pietà. Punito davanti al “negozio dei sordi”, come qualcuno a Roma ancora chiama il Banco dei Pegni, mentre chiudeva la sua bottega “Compro Oro” (…), una rosa di calibro 9 lo ha spedito all’altro mondo…., perché tutti vedano, capiscano e mandino a mente la lezione.
Giancarlo Capaldo, procuratore distrettuale antimafia, sostiene che: “Questo regolamento di conti ci dice che in città si stanno ridisegnando gli equilibri e i poteri delle organizzazioni criminali”.
Che una nuova generazione di banditi ha deciso di mangiare nel piatto di in un’economia criminale storicamente grassa, governata dalle ‘ndrine e dalla Camorra,.
Non è il solo, anche Otello Lupacchini, ex giudice istruttore del processo alla banda della Magliana, oggi alla Procura Generale, dice: “ ‘Ndrangheta e Camorra si muovono da tempo nello spazio silenzioso e rarefatto dei grandi affari, del riciclaggio, del narcotraffico e non hanno più uomini in grado di garantire un controllo capillare del territorio. O, probabilmente, non ritengono di doverne impiegare, come un tempo accadeva. Dunque, a un livello più basso del mercato criminale si sono aperti grandi spazi, dove la lotta si è fatta sanguinosa. Dove si ammazza o si progetta di ammazzare con impressionante facilità e con altrettanto impressionante sproporzione rispetto al risultato che si vuole ottenere”.
L’affare in questione si può, per esempio individuare: …nei cavallini che spacciano hashish; tra gli strozzini di quartiere; nel giro dei videopoker e nei concessionari d’auto; nel traffico di stupefacenti sul litorale di Ostia (soprattutto in estate quando migliaia di giovani si recano sulle spiagge del litorale romano), e in quella fetta di periferia della città che sta tra il mare e la Magliana dove, appena un anno e mezzo fa, gli arresti furono 26!

Allora forse un equilibrio si è rotto e dunque qualcosa sta succedendo.

Una fonte investigativa qualificata dei carabinieri spiega: “un equilibrio si rompe se ai pesci comincia a mancare l’acqua”. In questi casi l’acqua venuta a mancare può essere rappresentata dai sequestri realizzati a danno di cospicui investimenti come: …20 milioni di euro, custoditi nella pancia di 18 società, investiti in immobili, yacht, ville, persino nell’antico “caffè Chigi”, affacciato su piazza Montecitorio…; o nel sequestro per 500 milioni di euro che hanno fatto “scoprire” che pezzi interi di Roma se li sono mangiati le ‘ndrine (organizzazioni paramafiose di origine calabrese). È storia recente, l’operazione della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), sui beni dei Gallico, della ‘ndrina di Palmi (provincia di Reggio Calabria).
Solo il Ros dei carabinieri, porta via 200 milioni di euro a Vincenzo Alvaro e Damiano Villari (luglio 2009). Salvo ritrovarli, neppure due anni dopo, di nuovo in sella. Con nuovi investimenti, sempre in quadranti di pregio della città.
Il gioco della “matrioska” fa notare che in questa vicenda alcuni protagonisti sono personaggi “autoctoni” cioè della città di Roma legati a bande in guerra per la spartizione del territorio ed altri collegati a traffici per usura, riciclaggio ed estorsioni.
Le ultime requisizioni disposte dal Tribunale di Roma su richiesta del procuratore distrettuale, e dal sostituto procuratore, hanno interessato 10 immobili, 9 società, 12 automezzi e 3 circoli dove si praticava il gioco d’azzardo; con 11 ordinanze di custodia cautelare e 54 perquisizioni.
In questo giro di usura sono presenti circa un centinaio di vittime, tra cui medici, imprenditori, commercianti e personaggi dello spettacolo. Le indagini, in corso da quasi due anni, nei confronti di personaggi un tempo affiliati alla cosiddetta Banda della Magliana, hanno permesso di ricostruire un notevole giro di affari che si può quantificare in movimentazioni di denaro per oltre 100.000 euro a settimana,.
Sono in corso perquisizioni anche presso locali pubblici, ristoranti, circoli e attività commerciali.
L’articolo precedente, su tale questione, si chiudeva con questa domanda: Tutto si tiene se c’è equilibrio… ma se salta l’equilibrio?
E’ a questo punto che entra in ballo un’altra “bambola” della nostra matrioska!
Molto probabilmente questa è, per certi versi più pericolosa, perchè più ambigua, ed anche fortemente invischiata con l’assetto “politico-istituzionale” che sovrasta e pervade l’intera e complicata vicenda.
Dicevamo e consideravamo come supponibile questo interrogativo: quand’è e perchè si è scatenata ora una “guerra” per l’egemonia territoriale da parte di lobby criminali o simili?
Come possibile risposta si può optare per:
1) è saltato il collegamento di controllo sia legale che illegale (omicidi, arresti, requisizioni, delazioni e cose simili)
2) si sta facendo “terra bruciata” intorno alle varie bande che agivano negli anni precedenti, per “rinnovare” un “nuovo” patto di sindacato del crimine???
3) le “lobby affaristiche-clientelari” legate alla classe politica, la stanno facendo troppo sporca e con una evidente impunità da parte di soggetti interessati sia da indagini che da inchieste giudiziarie?
4) la classe dirigente di questo paese non è altro che un “epifenomeno” dell’imbarbarimento sociale in atto e che, non può esprimere altro che questa classe dirigente??!!
Queste domande hanno trovato alcune risposte nelle vicende che stanno da tempo interessando sia la classe politica dirigente, che alcuni spezzoni dei ex appartenenti a bande criminale o simili.
E’ interessante scorrere i giornali di un anno fa e connettere insieme alcuni fatti:
Caso Finmeccanica, tre indagati. Rogatorie internazionali sui fondi neri.
La Procura di Roma a caccia di fondi neri: nel mirino gli affari del faccendiere Mokbel. Sarà ascoltato l’ex senatore Di Girolamo.
Le mani di Mokbel su Finmeccanica: tre indagati e rogatorie internazionali, la procura di Roma a caccia di fondi neri.

Il caso Finmeccanica.
L’affarista romano è il primo a venire iscritto nella nuova inchiesta per riciclaggio, aperta da Giancarlo Capaldo per approfondire il sodalizio con un consulente dell’azienda leader in alte tecnologie, Lorenzo Cola, uomo vicino al presidente Pierfrancesco Guarguaglini. Dalle intercettazioni raccolte nell’indagine sulla frode che ha coinvolto Fastweb e Tis, emerge che nel 2007 Gennaro Mokbel ha investito otto milioni di euro, con un operazione “estero su estero”, nella Digint, partecipata al 49% da Finmeccanica. Il pm ha avviato rogatorie in Europa e negli Stati Uniti. L’obiettivo è trovare traccia degli otto milioni versati per l’acquisto delle quote Digint
Dopo il suo arresto viene interrogato in carcere l’ex senatore Nicola Di Girolamo (eletto per il PdL al Senato nella lista “Italiani all’estero”) nel dare conto dell’operazione “Digint” consegna agli inquirenti un dettaglio solo apparentemente insignificante, ma che in realtà svela a chi lo ascolta in quale razza di crocevia si trovi il consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola e,  dove l’indagine possa arrivare.
Il gruppo di Mokbel pensava di ricavare 500 milioni di euro dalla cessione di Digint a Finmeccanica.
Dice Di Girolamo: “Dopo l’acquisto insieme a Mokbel del 51 per cento della “Digint”, mi venne detto che il valore della società doveva essere gonfiato con contratti di appalto. Ho sentito dire che gli appalti che doveva ricevere “Digint” dovevano essere di Enav e Vitrociset”..
Ci domandiamo: ma cosa diavolo c’entra Enav (Ente Nazionale Assistenza a Volo) con una società come “Digint”? Perché questo consulente Finmeccanica può spingersi al punto di promettere a Mokbel l’impiego di una leva di quel genere?
Ora sappiamo che questo consulente (Cola) “è” Finmeccanica, al punto da poter confidare che il Ceo (un alto manager) di Alenia aeronautica Usa, diventerà amministratore delegato di Alenia Aeronautica; ora, fonti qualificate vicine a Enav confermano che il network di Cola aveva uno dei suoi snodi cruciali anche nell’amministratore delegato della società. Enav è stato per anni il “granaio” della “Selex”, la controllata di Finmeccanica di cui l’amministratore delegato (i due terzi del fatturato nel settore delle opere civili di Selex è con Enav) e Cola, come Marco Iannilli (uomo di Mokbel), è “consulente”. É un fatto, o forse solo una curiosa coincidenza, che dopo l’arresto di Mokbel e Di Girolamo, Enav abbia improvvisamente modificato le procedure per l’assegnazione degli appalti per le opere civili, fino ad allora assegnati, senza gara, alla Selex.
Chi sa, dunque, che un qualche allarme non sia suonato anche lì e, probabilmente, le indicazioni di Di Girolamo non comincino ad aprire nuove porte.
A questo possiamo aggiungere quanto si sta muovendo e scoprendo dietro all’affaire riguardante il “Madoff” dei Parioli.
Qualcosa sta forse, anche emergendo, grazie alla lettura di una pubblicazione di D. N. “Le mani sulla città”, che contiene un’analisi della Roma “transitata” da Veltroni e Alemanno e in piena corsa per le Olimpiadi del 2020. Cosa c’è dietro l’abbattimento di Tor Bella Monaca?
Chi guadagnerà dalle speculazioni dell’Eur? Chi sta spingendo per raddoppiare l’aeroporto Leonardo Da Vinci e costruire i porti di Fiumicino e Ostia?

In poche parole, qual è il modello di governance messo in piedi dall’amministrazione Alemanno?
Un’amministrazione caratterizzata da legami a doppio filo non solo con i poteri forti, ma anche e addirittura con il vecchio estremismo di destra al quale, aveva a suo tempo militato, il nuovo sindaco di Roma.
Infatti nomi “caldi” sono presenti nelle gerarchie della giunta capitolina, personaggi che hanno militato chi nei NAR, chi in Terza Posizione, e chi in Avanguardia Nazionale, significativa, in questo, la presenza di un’ex portavoce di Forza Nuova che oggi risulta essere capogabinetto di Alemanno, protagonista di strani giri d’affari “marca” Mokbel; un’altro ex leader di Terza Posizione che è stato messo, sempre da Alemanno nel 2003 (quando allora ricopriva la carica di ministro delle Politiche Agricole del governo Berlusconi) a capo di Buonitalia Spa; ed ancora un altro ex esponente dell’estrema destra, ingegnere honoris causa, “vicino” a Peppe Dimitri, Stefano Delle Chiaie, Adriano Tilgher, messo da Alemanno a capo di Eur Spa, il “centro” delle speculazioni in vista di Roma 2020.
Oppure quando si scopre ex appartenenti alla Banda della Magliana si occupavano soprattutto di usura, riciclaggio e ricettazione con personaggi del calibro dei Senese e dei Casamonica (come dire camorra e mafia romana). E che promettevano, forse ancora bluffando, assunzioni «da qualche politico». Do you remeber Alemanno??
Qui potrebbe entrare in ballo la vicenda Mokbel (imprenditore romano che avrebbe supportato l’elezione al Senato di Nicola Di Girolamo per il PdL; Mokbel, secondo le agenzie di stampa, che ricostruiscono quanto detto durante la conferenza stampa, sarebbe l’elemento di congiunzione tra le società di tlc, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della ‘Ndrangheta), e c’è anche dell’altro.  Negli ultimi mesi ci sono stati arresti nei confronti personaggi altolocati (“colletti bianchi ?”), imprenditori di prestigio, oppure nel ramo delle vendite fantasma di palazzi alle aste giudiziarie.
Allora di che cosa stiamo parlando??? Tutto si tiene se c’è equilibrio ma se salta l’equilibrio?. (seconda parte, prosegue)

C’è del marcio in Danimarca, (W.Shakespeare – Amleto: atto I, scena IV), ma la puzza si sente fino a Roma

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