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Cassa di resistenza per i braccianti in sciopero a Nardò

I lavoratori non chiedono nè carità nè assistenza ma solidarietà attiva a sostegno di una vertenza che chiede il rispetto dei diritti e dei contratti di lavoro. Servono pasta, scatolame, riso, kouss kouss, e biscotti. Chiunque vuol portare il proprio sostegno attivo può contattare direttamente il numero 327 3033127, o portare gli alimenti presso la Masseria Boncuri ( Strada per lecce – zona industriale Nardò).

Il contratto provinciale di lavoro per l’agricoltura, per la raccolta dei pomodori, prevede una paga di 5,92 euro l’ora e di 38,49 a giornata (6 ore e 30). In realtà i braccianti sono pagati 3 euro a cassone, più o meno la metà del previsto. Poi buona parte del ricavato della giornata lavorativa finisce nelle tasche del caporale che ingaggia le squadre di lavoro che andranno sui campi, un’altra parte viene invece spesa per farsi portare sul posto di lavoro.
Una parte dei braccianti stagionali di Nardò è stata accolta nella
masseria Boncuri, gestita da volontari della  Onlus brindisina Finis Terrae e dalle Brigate di solidarietà attiva, il resto vive come può nei casolari abbandonati della campagna salentina. All’esterno della masseria è stata allestita una tendopoli per poter accogliere più gente possibile, una moschea e una guardia medica. L’acqua calda però manca, l’Asl l’aveva promessa a Giugno, ma senza nessun seguito.

 

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