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Conflitto di classe e indipendenza, paradigma per l’Autunno

La location dell’incontro è decisamente significativa. Un deposito dell’Atac dismesso dalla giunta comunale e occupato (o meglio “sottratto alla speculazione” come amano dire) alle soglie dell’estate da una attiva rete di movimenti sociali e sindacali che si è definita come “Roma Bene Comune”. L’appello per l’ incontro nazionale di oggi, il primo di una serie di appuntamenti decisivi di questo precocissimo autunno di lotte, ha raccolto adesioni in tutta Italia: da Milano a Palermo, da Firenze a Bologna. Numerosissime le adesioni individuali di attivisti sociali, delegati sindacali di base o cgiellini ma anche quelle di reti sociali, comitati e strutture sindacali conflittuali. L’appuntamento è per le 9.30 nel deposito Atac occupato e si prevede una discussione non formale che durerà fino al pomeriggio. “Nella nostra esperienza locale con Roma Bene Comune si è riusciti a mettere in connessione una pluralità di lotte che vanno dalla difesa dai licenziamenti alla conquista di diritti sul lavoro, alla lotte per il reddito di cittadinanza; dalle lotte per il diritto all’abitare alle mobilitazioni contro le cementificazioni e le devastazioni ambientali, per il riuso della città e del patrimonio pubblico; dalle lotte dei precari della cultura e della conoscenza a quelle studentesche dei medi e degli universitari” è scritto nell’appello di convocazione. L’Usb, tra i principali protagonisti del recente sciopero generale e delle mobilitazione di piazza contro la manovra dal canto suo fa sapere che parteciperà attivamente all’assemblea, indetta dalla Rete Roma Bene Comune con l’obiettivo di condividere con le altre lotte, con gli altri movimenti, le reti indipendenti ed il sindacalismo conflittuale l’idea di percorrere insieme il prossimo autunno, dando voce e forza alle tante esperienze indipendenti ed autorganizzate. Ma all’assemblea ci saranno anche sindacalisti della Fiom come Cremaschi e Bellavita o delegati di base della Cgil.

Paolo Di Vetta – Roma Bene Comune – ci anticipa che l’idea dell’incontro è quella di verificare se si è effettivamente riusciti a mettere insieme questa ricchezza di realtà conflittuali. L’obiettivo è quello di far ritornare nei territori e nei posti di lavoro una sorta di consultazione generale e permanente che sappia mettere in campo una mobilitazione adeguata alla posta in gioco fondata su indipendenza, centralità del conflitto sociale e riappropriazione di sovranità su tutte le scelte strategiche che vengono imposte ai settori sociali più colpiti dalla crisi. “E’ necessario ricomporre dal basso, inventare un nuovo processo di reciproco riconoscimento, ricostruire nella piazza, dentro le lotte, nella chiarezza dell’indipendenza, l’immaginario e lo spazio del conflitto, la possibilità della trasformazione radicale dell’esistente” è sottolineato in un altro passaggio dell’appello di convocazione. Molte le realtà sociali e sindacali che prenderanno la parola anche sulla mobilitazione europea prevista per il prossimo 15 ottobre, una data che, nell’auspicio dei promotori, “deve diventare un appuntamento di tutti” concepito e gestito come tale. Non solo. Molti dei partecipanti hanno aderito all’appello “Cinque punti contro il governo unico delle banche” che si riunirà in una assemblea nazionale il prossimi 1 Ottobre sempre a Roma.

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