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Ilo. Giovani stritolati da disoccupazione, precarietà e inattività

L’indagine dell’Ilo: combinazione di disoccupazione elevata, alta inattività e precariato. Nel 2008-2009 disoccupati nel mondo in crescita di 4,5 milioni. “Sfortunati i giovani che entrano oggi nel mercato del lavoro”. E la frustrazione genera la protestaTutta una generazione di giovani è profondamente segnata dalla crisi dell’occupazione. E’ la denuncia che arriva dal rapporto pubblicato oggi (19 ottobre) dall’Ilo, intitolato “Global Employment Trends for Youth: 2011 Update”. In particolare, spiega l’Organizzazione internazionale del lavoro, attualmente i giovani subiscono “una pericolosa combinazione di disoccupazione elevata, crescente inattività e lavoro precario nei paesi industrializzati e dal persistere di una elevata povertà da lavoro nei paesi in via di sviluppo”.

Tra il 2008 e il 2009, spiega il rapporto, il numero di disoccupati nel mondo ha registrato un incremento senza precedenti di 4,5 milioni. “Questo aumento straordinario – secondo l’Ilo – appare più evidente quando si confronta con la crescita media del periodo pre-crisi (1997-2007), stimata al di sotto delle 100 000 persone all’anno”.

Nel corso della crisi, la crescita della manodopera giovanile è stata di molto inferiore a quella prevista: nel 2010, nei 56 paesi in cui sono disponibili i dati, sono entrati nel mercato del lavoro 2,6 milioni di giovani in meno di quelli previsti dalle tendenze a lungo termine prima della crisi. Molti di questi 2,6 milioni sono probabilmente giovani scoraggiati in attesa che la situazione migliori ed è probabile che rientreranno nel mondo del lavoro come disoccupati.

Questo, continua l’indagine, “significa che gli attuali tassi ufficiali di disoccupazione giovanile potrebbero sottostimare la gravità del problema nelle economie industrializzate”. I disoccupati che cercano lavoro dopo 12 mesi sono più giovani che adulti. In Grecia, Italia, Slovacchia e nel Regno Unito, i giovani hanno il doppio o il triplo delle probabilità degli adulti di essere disoccupati di lunga durata.

Inoltre, il tasso di occupazione part-time fra i giovani nel periodo 2007-2010 è cresciuto in tutte le economie industrializzate, ad eccezione della Germania. Il forte aumento in alcuni paesi – 17,0 punti percentuali in Irlanda e 8,8 punti percentuali in Spagna, ad esempio – indica che il lavoro part-time sembra essere l’unica opzione possibile per i giovani in cerca di un impiego. Alla fine del 2010, un giovane su due aveva un lavoro part-time in Canada, Danimarca, Olanda e Norvegia.

L’Ilo sottolinea “la sfortuna” dei giovani che entrano nel mercato del lavoro oggi, negli anni della crisi. Una sfortuna, spiega, che “non si traduce soltanto in un sentimento di disagio provocato dalla disoccupazione, dalla sotto-occupazione e dal timore di rischi sociali legati alla carenza di lavoro e all’inattività prolungata, ma potrebbe anche avere conseguenze nel lungo periodo in termini di livelli salariali più bassi e sfiducia nei confronti del sistema politico ed economico”.

Tra i giovani si diffonde dunque “una frustrazione collettiva”. Questo, conclude l’organizzazione, “è stato uno dei fattori che ha contribuito ad alimentare i recenti movimenti di protesta in tutto il mondo. Diventa infatti sempre più difficile per un giovane trovare un impiego che vada oltre un lavoro part-time o a tempo determinato”.

darassegna.it

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