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Roma. I lavoratori di Milano 90 sotto palazzo Chigi

Domani torneranno a manifestare davanti a Montecitorio i lavoratori degli appalti di  Milano 90. Oggi hanno scioperato e maniefstato sotto Palazzo Chigi nonostnate i diktat del sindaco Alemanno che non vuole manifestazione nel centro della capitale.

I lavoratori della società Milano 90 hanno iniziato la mobilitazione due giorni fa attraverso una assemblea permanente nei rispettivi luoghi di lavoro. Milano 90 srl, è l’azienda romana di proprietà di Scapellini che fornisce immobili e servizi alla Camera dei Deputati, al Consiglio di Stato, al Comune di Roma e all’Autorità garante per le Telecomunicazioni.

La  Milano 90 ha avviato le procedure di licenziamento per 350 lavoratori su 530, impegnati negli appalti per i servizi di mensa, bar, pulizia, accoglienza e lavanderia, prevalentemente in Parlamento ma anche presso il Consiglio di Stato, la Regione Lazio e l’Autorità garante per le Telecomunicazioni.

L’Unione Sindacale di Base, che ha indetto lo sciopero odierno e sostiene la battaglia dei lavoratori esternalizzati, ha da tempo richiesto un incontro con i Deputati Questori, ritenendo non ammissibile scaricare solo sui lavoratori i tagli ai costi della politica, mentre rimangono inalterati i benefici riservati ai parlamentari come, ad esempio, una mensa a costi simbolici.

USB chiede inoltre che venga almeno avviata la cassa integrazione della durata di un anno, nel corso del quale dovranno essere individuate soluzioni definitive per ricollocare i 350 lavoratori. Nell’appoggiare e sostenere tutte le iniziative dei lavoratori l’USB richiederà di nuovo un incontro urgente ai Deputati Questori per respingere i licenziamenti avviati dalla Milano 90». Oggi 30 novembre è stato indetto uno sciopero.

Per capire la posta in gioco è utile conoscere i retroscena del boom della società Milano 90.

Nella primavera del 1997 fu stipulato il primo contratto tra la Milano 90 di Scarpellini con la Camera per l’affitto di una porzione del fabbricato compreso tra Via del Tritone, Via del Pozzetto e Piazza San Claudio. All’epoca un milione di lire al metro quadrato con conseguenti quotazioni immobiliari schizzate ai massimi nel Centro storico. Nel ’98 un altro contratto di locazione e nel ’99 il terzo. Il bilancio del 1999 per Milano 90 si chiude con 11 miliardi e 56 milioni di lire di utile. Una liquidità tale da consentire al gruppo Immobilfin di acquisire quattro srl in liquidazione: Iris, Camelia, Mimosa e Rosa; i terreni di «Fare centro a Romanina» sono proprio in quelle società.
Milano 90 acquistava tramite mutui l’immobile per conto della Camera (due ex proprietari sono Enel e Telecom), lo ristrutturava e lo affittava (9+9 anni) inclusi servizi, a Montecitorio. Condannato a spendere oltre 1.000 miliardi di vecchie lire in 18 anni, affitta uffici pluripotecati.
Oggi l’impero di Scarpellini poggia su una trentina di società, ma il core business dello sviluppo immobiliare si sostiene anche attraverso le locazioni. Il progetto del Satyricon Palace Hotel a Cinecittà si potrà realizzare anche grazie a «inquilini illustri» come la Camera (Palazzo Marini), il Senato (Palazzo Bologna), il Tar, l’Authority Tlc, Il Consiglio di Stato, il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Rai.

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