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Fiat: riparte la trattativa coi sindacati complici

«Partecipiamo al tavolo con le nostre idee e valuteremo cosa succederà. Di sicuro non abbiamo firmato l’accordo su Pomigliano e non abbiamo intenzione di firmare la sua estensione agli altri stabilimenti». Questo il commento rilasciato dal segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a margine della ripresa del confronto tra Fiat e sindacati confederali sul nuovo assetto contrattuale all’interno del gruppo capitanato da Marchionne. «Stiamo constatando che una trattativa non c’è. La Fiat ha già deciso che estenderà il modello di Pomigliano, siamo addirittura al fatto che adesso nemmeno i delegati sindacali possono partecipare. Questo per Fiat è coerente, perché per lei non c’e nulla da discutere – ha aggiunto Landini – noi, invece, continuiamo a considerare grave questo accordo sia perché cancella il contratto nazionale, sia perché è basato sull’esclusione dei sindacati che non piacciono alla Fiat. Questo è un fatto contro le libertà sindacali». «Vorrei far notare che siccome parlano di tirannia di una minoranza non mi pare che abbiano chiesto agli 87 mila dipendenti a cui oggi viene applicato il contratto nazionale se loro sono d’accordo o no – conclude Landini – la domanda che mi faccio chi ha dato a Fim e Uilm il mandato di estendere il contratto?». 

«Domani proporrò alla direzione nazionale dei metalmeccanici – ha annunciato Landini – di estendere da quattro a otto ore lo sciopero generale proclamato per il 16 dicembre e che la protesta sia non solo contro la Fiat ma anche contro la manovra. È una manovra che punisce pesantemente il lavoro. Non abbiamo bisogno che siano Fim e Uilm a dirci che non va bene». 

Fuori dalla palazzina dell’Unione Industriali di Torino, intanto, i sindacati di base – Cobas e Usb – stanno manifestando da questa mattina al grido ‘Vergogna’ e ‘Venduti’ contro i delegati dei sindacati che stanno partecipando alla riunione: Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Union Quadri. In mattinata gli attivisti dei sindacati di base hanno anche tentato di forzare il blocco realizzato da addetti alle security e dalle forze di Polizia ma il tentativo è stato impedito. 

Momenti di tensione, ma senza incidenti, davanti all’Unione Industriale di Torino, dove è iniziato da poco l’incontro tra Fiat e sindacati sul nuovo contratto: Cobas e sindacati di base hanno cercato di forzare il blocco, ma sono stati respinti dalla polizia. Cobas e Usb gridano slogan ‘Vergogna’, ‘Vendutì contro i lavoratori, che sono dall’altra parte della strada.

Poi intorno alle 13 l’incontro è stato sospeso, per essere aggiornato al pomeriggio, quando l’azienda ha chiesto alle organizzazioni sindacali che si impegnassero, prima di continuare i negoziati, a condividere per iscritto i contenuti dell’accordo del 29 dicembre 2010. Avendo la Fiom confermato che non ha nessuna intenzione intenzione di firmare il modello Pomigliano la federazione dei metalmeccanici è stata espulsa dal tavolo che quindi continua solo con i sindacati collaborazionisti. 

«Siamo di fronte ad un attentato alle libertà sindacali che non ha precedenti» ha commentato  Maurizio Landin. «Altre organizzazioni sindacali hanno chiesto di proseguire il negoziato che esclude la Fiom per estendere l’accordo di Pomigliano a tutto il gruppo. Non è più, dunque, una proposta dell’azienda, ma una richiesta delle altre sigle e siccome noi abbiamo detto che non abbandoniamo il tavolo di trattativa, hanno chiesto all’Unione industriale un’altra sala per proseguire il confronto». «I sindacati diventano così aziendali e corporativi ed esiste il rischio che questo pericolo possa estendersi. È un fatto gravissimo -conclude il segretario della Fiom – che deve riguardare anche le forze politiche e il governo».

 

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