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Roma: Rabbia per il ‘servizio’ de Le Iene ad Alemanno. Domani assemblea

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Prendete una dose di giustificata denuncia sull’assenteismo nella pubblica amministrazione, mescolatela con un po’ di qualunquismo, condite con luoghi comuni liberal-liberisti, fate di tutta un’erba un fascio. Otterrete un servizio de “Le Iene”, il programma di Italia 1 che da anni ormai ha smesso di graffiare veramente e si dedica ad una denuncia spesso sconclusionata che mira più all’audience che alla serietà e alla fondatezza delle inchieste. Non a caso molte puntate si concludono con piccanti “confessioni” di prostitute e trans spacciate per reportage.

Nel mirino questa volta sono finiti i dipendenti del comune di Roma, in particolare quelli della sede di Largo Loria, un palazzone dell’Eur che ospita numerosi uffici dell’amministrazione capitolina. Un servizio di Filippo Roma mostra impiegati che timbrano il cartellino e poi vanno al bar o a fare la spesa e altri che ‘beggiano’ (!) per i colleghi assenti. Un po’ come i famigerati ‘pianisti’ della Camera.

Fenomeni che avvengono da sempre e ovunque, e non solo nell’amministrazione pubblica. E che andrebbero risolti prendendosela con chi invece di lavorare se ne va a zonzo a farsi gli affari propri, a spese dei contribuenti. Ma che ogni tanto – ed è questo il caso – diventano l’appiglio per scatenare una campagna feroce contro i dipendenti pubblici in quanto tali. Basta farsi un giro in rete e vedere il tono dei commenti sul servizio de Le Iene di giovedì scorso: “Fannulloni”, “Li manderei tutti a lavorare in miniera”, “In galera li manderei” e poi il classico “Sono cose che succedono solo nel settore pubblico, noi del privato si che lavoriamo veramente”. Una rabbia orientata soprattutto nei confronti dei dipendenti, piuttosto che contro i dirigenti che non controllano. D’altronde la stessa introduzione al servizio, a cura di Roma, associava addirittura la disoccupazione, la precarietà e la crisi (!) alle marachelle dei dipendenti pubblici.

Che la denuncia non sia troppo genuina lo si evince dalle reazioni alla fatidica “scoperta dell’acqua calda”. Sulla ‘vicenda’ la Procura di Roma ha aperto addirittura un fascicolo, annunciando che procederà per il reato di truffa ai danni del Comune di Roma. E il Sindaco Alemanno, in caduta libera in tutti i sondaggi, ne ha approfittato per ergersi a moralizzatore e rimettersi qualche costola.

Alemanno ha preso la palla al balzo e ha annunciato di aver presentato un esposto, minacciando il licenziamento in tronco per gli assenteisti. Le interviste sul tema si sono sprecate. Una attenzione mediatica che però non scatta tutte quelle volte che i dipendenti del Comune di Roma denunciano le condizioni in cui sono costretti a lavorare, i privilegi economici dei dirigenti e dei manager, la chiusura dei servizi a scapito dell’utenza, le consulenze a ditte esterne strapagate per studi che potrebbero fare i dipendenti a costi assai minori. Dipendenti pubblici che ora non ci stanno a fare da capro espiatorio e a diventare vittime di una delle tante campagne di criminalizzazione contro chi lavora nelle amministrazioni locali, propedeutica all’ennesima sforbiciata di posti di lavoro annunciato dai governi locali e nazionale.

L’Unione Sindacale di Base ha indetto un’assemblea generale – e pubblica – di tutti i dipendenti capitolini proprio nel palazzo di Largo Loria. Dalle 11 alle 14 di venerdì 3 febbraio chiunque volesse capire cosa accade al Comune di Roma potrà farlo confrontandosi con chi è in prima linea in una delle amministrazioni più saccheggiate del paese. Giornalisti compresi. All’assemblea sono stati invitati anche il Sindaco, l’Assessore al Personale, il Presidente dell’Assemblea Capitolina e tutti i Consiglieri comunali, i Presidenti dei Municipi. “Il servizio de Le Iene ha spacciato alcune attività lecite per assenteismo – ci dice Roberto Betti, dell’Usb Comune di Roma – e il montaggio ha tagliato tre quarti di quanto avevo spiegato durante un’intervista di fatto scaturita mentre la troupe di Italia 1 inseguiva i colleghi all’interno degli uffici cercando di riprenderli”. Betti è il ‘sindacalista’ che durante il servizio sembra giustificare e coprire i comportamenti illeciti dei dipendenti di Largo Loria. “Stigmatizziamo il fatto che l’amministrazione capitolina abbia voluto costituirsi in giudizio per fatti di pura valenza amministrativa e non penale. Ma se proprio ci deve essere una inchiesta penale che sia a 360 gradi – denuncia Betti – e che quindi accerti non solo le responsabilità dei dipendenti, ma anche quelle della troupe de Le Iene che li ha spiati montando addirittura delle webcam nascoste. E naturalmente le responsabilità dei dirigenti del Comune che non hanno controllato i loro sottoposti venendo meno ai propri compiti”.

“Nell’intervista spiegavo che se ci sono infrazioni di natura amministrativa i dirigenti hanno già tutti gli strumenti opportuni per intervenire. Ma nel montaggio questa parte è saltata perché evidentemente contraddiceva l’obiettivo del servizio” puntualizza Betti.  

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4 Commenti


  • Beppe

    Credo che il senso del dovere e il rispetto di chi paga le tasse per dare gli stipendi ai fannulloni …. sia la base….
    io metterei il fiato sul collo a tutti i dipendenti statali regionali provinciali comunali ecc ecc


  • cristiano trapletti

    A me le Iene sono pure simpatiche, ma è innegabile che LAVORANO SUI MEDIA DEI PADRONI. Ergo, sono miei nemici…


  • dipendente dellanagrafe

    Anche da noi ci stanno i furbetti che non rispettano l’orario di lavoro, proprio “DI LAVORO” all’anagrafe di via Petroselli. Che durante l’ora di servizio, chi alle 7.30 e, chi alle 8.00, invece di stare al posto di lavoro, stanno fino, più o meno, alle 9.00 al bar interno dell’anagrafe. Il quale, il direttore ha fatto uno sbaglio a dare il consenso di aprire il bar all’interno dell’anagrafe. E poveri cittadini, davanti agli sportelli aspettano con pazienza senza protestare, per evitare di essere denunciati.


  • luca

    solo oggi conosco questo sito. da comunista mi vergogno di quanto ivi espresso. la difesa dei dipendenti pubblici oggetto del servizio delle iene è offensiva per le persone oneste. il cominismo e i comunisti non devono difendersi in questi modi. licenziare i dipendenti assentesisti e fannulloni è un dovere che non può essere omesso con frasi del tipo “è qualunquismo”, sono “cose sempre successe” ecc ecc. si cari miei. la crisi viene anche da questo. perchè se bisogna assumere – e pagare – 10 persone per il lavoro che potrebbe fare una o due, allora i costi per lo stato aumentano insostenibilmente. e quelle otto che fanno finta di lavorare rubano i soldi agli altri vivendo da parassiti. il qualunquismo che vedo in questo sito mi offende come comunista, come quando vedo la lobby dei farmacisti, avvocati o notai difendere i loro schifosi privilegi. e ricordiamoci, il fatto che ci siano altri prvilegi con ci legittima a difendere i nostri. ps, voglio vedere se avrete il coraggio di pubblicare i miei post

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