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Roma, blitz all’Acea: “fuori l’acqua dal mercato”

Nuovo blitz dei movimenti contro la privatizzazione dell’acqua agli uffici dell’azienda che a Roma – e in altri posti, dopo la sua trasformazione in multinazionale dell’oro blu – gestisce l’erogazione dei servizi idrici. Vestiti da Zorro, Batman, Uomo Ragno e Robin Hood, alcune decine di attivisti delle reti per l’acqua pubblica della capitale hanno distribuito volantini per invitare i cittadini a “cancellare il profitto dalla bolletta dell’acqua”. Cioè a decurtare quella parte dell’importo che viene assegnato illegalmente all’azienda – visto che il referendum di giugno ne ha deciso l’abolizione – una percentuale che rappresenta la garanzia del profitto per il privato che gestisce un servizio che gli italiani hanno chiesto che torni pubblico. “Siamo qui – ha spiegato ai giornalisti un esponente del Coordinamento romano per l’acqua pubblica – per consegnare all’Acea i primi 200 reclami della campagna di obbedienza civile, in cui chiediamo all’azienda la restituzione dell’indebito arricchimento che percepisce dal 21 luglio 2011 (giorno dell’esito referendario) ad oggi e che, dalle prossime bollette, cancelli il profitto dall’acqua”. Mentre davanti alla sede dell’ex municipalizzata e in Piazzale Ostiense alcuni attivisti distribuivano i volantini, altri mostravano dei facsimile di bolletta decurtata dell’indebita gabella pro-privati, all’insegna dello slogan “il nostro voto va rispettato, fuori l’acqua dal mercato”. A metà mattinata i dirigenti dell’Acea hanno accettato di incontrare una delegazione dei manifestanti. 

L’iniziativa odierna a Roma fa il paio con altre simili realizzate in tutta Italia. Il referendum di giugno ha sancito che nella gestione dei servizi idrici non possono essere assicurati dei profitti ‘garantiti alla fonte’. Siccome a distanza di 6 mesi dalla vittoria referendaria nessun gestore ha applicato ciò che gli italiani hanno deciso, i movimenti per l’acqua e i sindacati di base hanno avviato una capillare campagna di ‘obbedienza civile’ che mira a far rispettare la volontà popolare attraverso un boicottaggio attivo delle aziende che continuano a far finta di niente. L’obiettivo dei comitati è di coinvolgere quante più utenze possibile nella eliminazione della “remunerazione del capitale investito” presente in bolletta che fa lievitare i costi per le famiglie del 10 o addirittura del 20%. 

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