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Roma. Oggi in piazza contro la privatizzazione dell’Acea

Il sindaco-di Roma si prepara a vendere un’ulteriore quota del 21% di ACEA, per fare cassa e tappare i buchi di bilancio provocati dalla sua gestione fallimentare. In tal modo vuole cancellare la volontà della maggioranza dei cittadini che al referendum popolare del 12/13 giugno 2011 grazie al movimento in difesa dell’acqua pubblica ha prodotto il risultato straordinario della vittoria referendaria: di quei 27 milioni di SI per la ripubblicizzazione del servizio idrico, 1.200.000 erano i cittadini romani che forse non immaginavano che all’indomani di quel risultato le amministrazioni locali, di concerto con il governo centrale, potessero passarvi sopra. La svendita dell’azienda pubblica di Roma porterebbe nelle casse del comune circa 200 milioni di euro che il sindaco Alemanno e la sua Giunta hanno già destinato, ancora prima di averli in tasca. Infatti di questi 200 milioni di euro 150 milioni saranno destinati alla linea della metropolitana C e altri 50 milioni alla manutenzione della città. Ma se dal punto di vista politico privatizzare le aziende di servizi pubblici è un orrore, dal punto di vista economico, vendere le azioni dell’Acea in questo momento sarebbe davvero un suicidio economico visto che le azioni hanno toccato il minimo storico arrivando a 4,4 euro, perdendo circa 2/3 del loro valore di quattro anni fa.

Per protestare contro l’ulteriore privatizzazione dell’Acea, oggi ci sarà una manifestazione cittadina che partirà alle 15.00 da Piazza Vittorio e cercherà di concludersi in piazza del Campidoglio (vietata però dal sindaco Alemanno). Alla manifestazione hanno aderito decine di realtà sociali, politiche e sindacali della capitale. Tra le adesioni anche quella del Pd che ha riempito Roma di manifestati contro la “privatizzazione dell’Acea”. Una adesione che La Rete dei Comunisti ha stigmatizzato in un comunicato che verrà diffuso oggi in piazza, ricordando a tutti che nel 1997 l’allora giunta Rutelli e l’allora Ds, privatizzarono il 49% dell’Acea e vendetteroai privati la Centrale del Latte. Un vaso movimento politico e sociale si oppose alla decisione e promosse un referendum contro cui la Giunta Rutelli (e i partiti della sua maggioranza) si scagliarono con ogni mezzo. Il referendum contro la privatizzazione dell’Acea e della Centrale del Latte, perse per un soffio… ma proprio un soffio. Oggi Alemanno si appresta a completare l’opera iniziata da Rutelli e a consegnare nelle mani dei privati (tra cui Caltagirone e Suez) il 70% dell’Acea. Uno schiaffo al referendum di un anno fa sull’acqua pubblica.

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