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Sciopero generale. Se non ora quando?

“Lo Sciopero Generale del 22 giugno prossimo – afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale di USB – supera ormai il confine dei lavoratori che fanno riferimento al sindacalismo di base e si susseguono incessantemente gli appelli di rappresentanti sindacali Cgil, di intere RSU e di delegati di tante fabbriche e posti di lavoro per fare del prossimo venerdì una occasione di lotta e di mobilitazione generale”. “Bene fa allora Giorgio Cremaschi a ricordare, sul sito della Rete 28 aprile nella Cgil, che ‘Di fronte ad attacchi analoghi nel passato, la Cgil riformista di allora scese in piazza e vinse. Oggi la Cgil non lo fa per subalternità al quadro politico….’. Una subalternità – commenta Tomaselli – al PD e al governo Monti, che sta costando ai lavoratori anni ed anni di lotte e conquiste, la riduzione dei salari e dei diritti, la libertà di licenziare.”

Ma Cremaschi va ben oltre – aggiunge il dirigente USB – nel sostenere la necessità dello sciopero generale affermando che : ‘Quando un sciopero è giusto, se si può lo si fa.  E non c’è dubbio che scioperare in difesa dell’articolo 18 sia oggi una delle motivazioni più valide per lottare…..I militanti della Cgil che scenderanno in piazza il 22  non solo faranno una cosa giusta, nello spirito profondo dei valori del sindacato di Di Vittorio….Ma, sia ben chiaro, non violeranno lo statuto dell’organizzazione. Dove sta scritto infatti che in Cgil non si può più scioperare per l’articolo 18?……La giornata del 22 servirà a smentire Monti, che finora all’estero si è vantato  che qui da noi le controriforme sociali hanno il consenso e passano senza contestazioni’.”

“Lo Sciopero Generale del 22 giugno – conclude Tomaselli – è una opportunità giusta ed utile che il sindacalismo di base, conflittuale ed indipendente mette a disposizione di tutti e sembra che i consensi nei confronti di questa giornata di lotta aumentino di ora in ora”. E’ il caso della Rsu della Same (roccaforte della Fiom) che il 22 giugno sciopererà per andare a manifestare a Bergamo e contestare il congresso della Federmeccanica. Un importante sostegno è venuto anche dall’appello lanciato dal Forum Diritti Lavoro e sottoscritto da molti giuristi e personalità.

Uno sciopero generale per rimettere al centro della discussione la questione del lavoro e per dire no alle misure inique, sbagliate ed antipopolari del governo Monti/Fornero, incluso il cosidetto Decreto Sviluppo. “Le misure adottate dal Consiglio dei Ministri hanno come vero obiettivo quello dello smantellamento della Pubblica Amministrazione e del welfare nel nostro Paese”, è il commento di Massimo Betti, dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego. “Dopo averlo promesso ad Obama e alla Merkel, Monti si appresta a privatizzare tutto ciò che ha una funzione pubblica, e a questo scopo taglia centinaia di migliaia di posti di lavoro nella Pubblica Amministrazione”. “Il Governo – sottolinea Betti – dà così inizio ad un percorso, preannunciato con  l’accordo firmato lo scorso 3 maggio da Cgil Cisl Uil e sindacati autonomi, che porterà a licenziamenti di massa. Il 22 di giugno, nell’ambito della giornata nazionale di sciopero intercategoriale indetto da USB e dal sindacalismo di base e conflittuale, i lavoratori pubblici avranno una grande opportunità per esprimere tutto il loro dissenso e far emergere la giusta rabbia che negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, nei comuni si respira quotidianamente”.

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