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Cgil. Nasce l’area della opposizione organizzata

La vecchia Rete28Aprile della Cgil, diretta da Giorgio Cremaschi, si scioglie e si ricostituisce come area programmatica che prende il nome di “Opposizione organizzata”. La decisione è stata presa lo scorso fine settimana a conclusione di un incontro nazionale a Firenze in cui si è formalizzata la costituzione di un’ area di opposizione organizzata nell’ambito della minoranza congressuale “La Cgil che vogliamo”.
La scelta di dare vita a una nuova area programmatica era nell’aria dopo la verificata impossibilità della minoranza congressuale “La Cgil che vogliamo” di incidere o modificare le scelte collaborative con il governo Monti della maggioranza Cgil guidata da Susanna Camusso. Il mancato sciopero generale contro l’abrogazione dell’art.18, la scarsissima opposizione alla controriforma sulle pensioni, hanno acutizzato i contrasti interni alla Cgil ma non hanno prodotto grandi risultati verso un cambiamento delle scelte e della tabella di marcia. La stessa Fiom, di fronte agli scarsi risultati interni alla Cgil, sembra rinculare all’indietro dopo la stagione dello scontro con il modello Marchionne che sembrava indicare una nuova stagione per il sindacalismo conflittuale. Allo stesso tempo, l’area programmatica di Cremaschi sta interloquendo da tempo con il sindacalismo di base, in particolare con l’Usb, soprattutto dopo la nascita del Comitato No Debito.
Nel documento che pubblichiamo di seguito si condanna senza appello l’atteggiamento rinunciatario della Cgil sulla riforma del mercato del lavoro con una critica evidente anche alla stessa Fiom: “La questione di fondo condivisa – dicono nella nuova opposizione Cgil – è la subalternità del gruppo dirigente della Cgil al quadro politico che sostiene il governo”.
Una discussione difficile, comunque, che fa i conti con lo scoraggiamento nei posti di lavoro, con l’aria di normalizzazione interna alla Cgil e per alcuni aspetti anche dentro settori della Fiom con episodi “estremi” come quella di alcuni militanti della Fiom di Bergamo che hanno contestato Maurizio Landini, lo scorso 22 giugno.

La conclusione della discussione di Firenze – il report è disponibile sul sito della Rete28Aprile – è stata comunque quella di fare questo passaggio organizzativo: “La situazione è troppo grave per non provarci ancora – si legge nel report – anche se è comune la coscienza delle difficoltà. Non si tratta di ricostituire la Rete28Aprile, che era parte di uno schieramento in cui stava anche la maggioranza della Fiom. Oggi la situazione è molto diversa e si tratta di organizzare le forze frantumate e disperse che vogliono opporsi alla deriva della Cgil. Si tratta anche di trovare pratiche democratiche più avanzate di quelle di area, sia nelle decisioni sia nella diffusione delle esperienze. Per questo si è deciso di formalizzare immediatamente la costituzione dell’opposizione organizzata, anche come prima risposta interna al cedimento sull’articolo 18”. Ai primi di settembre un seminario dell’area affronterà la piattaforma programmatica e le pratiche politiche, anche perchè la discussione nella ex Rete 28 Aprile non pare priva di divergenze come quella del dirigente torinese della Cgil Pietro Passarino e con il settore riconducibile all’area Falce e Martello del Prc

Qui di seguito il documento della nuova area programmatica della Cgil

La lettera di costituzione dell’area programmatica

Alla Presidenza del Comitato direttivo nazionale della Cgil

e p.c. alla Segreteria nazionale della Cgil

e p.c. a tutte le strutture della Cgil

I/le sottoscritti/e comunicano alla presidenza del Comitato Direttivo Nazionale della Cgil la costituzione dell’area programmatica “La Cgil che vogliamo, opposizione organizzata”. Detta area fa riferimento alla minoranza congressuale “La Cgil che vogliamo” per la propria collocazione negli equilibri postcongressuali della Confederazione e per tutto ciò che ne deriva sul piano statutario, salvo nel distinguersi per iniziativa autonoma, ai sensi di quanto previsto dallo stesso statuto per le aree e aggregazioni successive ai congressi, con le seguenti caratteristiche e obiettivi.

L’area ha lo scopo di organizzare ovunque nella confederazione l’opposizione alla linea politica ed al gruppo dirigente che hanno portato la Cgil alla più grave sconfitta del dopoguerra con la controriforma del lavoro e la conseguente cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, Sconfitta ancor più grave perché seguita a quella sulle pensioni e collocata in un quadro di politiche economiche che continuano a colpire diritti e condizioni del mondo del lavoro.

Per l’area che si costituisce una delle ragioni di questa sconfitta è la subalternità del gruppo dirigente della Cgil al governo Monti ed al quadro politico che lo sostiene. Tale subalternità ha impedito di dispiegare tutte le forze dell’organizzazione per contrastare un governo che pratica politiche economiche ultraliberiste e antisociali, in rappresentanza dei poteri forti del paese e dei dettati della Bce e della finanza internazionale. 

L’opposizione ferma e rigorosa al governo Monti è invece condizione per qualsiasi tenuta e ripresa dell’iniziativa sindacale a tutela del lavoro.
L’area che si costituisce non condivide, conseguentemente la politica unitaria con Cisl e Uil intrapresa dal gruppo dirigente. Infatti i gruppi dirigenti di queste due organizzazioni sono responsabili del fiancheggiamento al governo Berlusconi, e hanno condiviso la politica antisindacale e distruttrice dei diritti della Fiat. Una unità di vertice con Cisl e Uil non può che produrre arretramenti del mondo del lavoro e infatti li sta producendo. E’ invece necessaria una politica di unità a partire dai luoghi di lavoro esplicitamente indirizzata a contrastare e sconfiggere la linea della “complicità” adottata da Cisl e e Uil, mentre la democrazia sindacale piena deve diventare pregiudiziale rispetto ai rapporti unitari.

L’area che si costituisce denuncia inoltre la progressiva burocratizzazione della vita interna dell’organizzazione, con l’affermarsi di una logica di comando che colpisce il dissenso, la partecipazione democratica e la creatività dei militanti e delle lavoratrici e dei lavoratori. Al contrario proprio una fase difficile come questa dovrebbe essere affrontata valorizzando al massimo tutte le esperienze di resistenza e protagonismo nei luoghi di lavoro, facendo della democrazia la condizione preliminare di ogni iniziativa.

L’area che si costituisce ritiene necessario diffondere la critica nei confronti della linea politica e dell’operato del gruppo dirigente fino ad affermare una sfiducia politica nei suoi confronti, e intende portare nell’organizzazione questi propri giudizi così come garantito dalla statuto e dalle delibere regolamentari ad esso allegate.

Nel prossimo settembre, successivamente alla costituzione così argomentata, l’area di opposizione organizzata che oggi si costituisce presenterà un proprio più compiuto documento programmatico.

Fabrizio Burattini, Giorgio Cremaschi, Francesco De Simone, Eva Mamini, Annamaria Zavaglia,

componenti del Comitato Direttivo Nazionale

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