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Aumenta ancora la disoccupazione, specie giovanile (33,9%)

A luglio 2012, secondo i dati provvisori destagionalizzati. il numero degli occupati è pari a 23.025 mila, invariato sia nel confronto con il mese precedente sia in termini tendenziali (su base annua). La stabilità dell’occupazione è però sintesi del calo della componente maschile e dell’aumento di quella femminile.
Il tasso di occupazione è pari al 57,1% e non segna variazioni né in termini congiunturali né su base annua.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.764 mila, registra un lieve calo dello 0,1% rispetto a giugno, grazie ai “lavoretti stagionali” legati al turismo e alla ristorazione. Su base annua però le persone in cerca di occupazione aumentano del 33,6% (695 mila unità).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%, invariato rispetto a giugno e in aumento di 2,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale degli attivi, è pari al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto a giugno e di 7,4 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d’età.
Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività è pari al 36%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno. La discrepanza tra aumento della disoccupazione e calo degli “inattivi” è dovuta alla sporoporzione tra il numero degli anziani che passano – statisticamente – nel campo dei pensionati e quello dei giovani che, compiendo il diciottesimo anno di età, entrano nella statistica degli “occupabili”.

Vedendo i dati trimestrali, però, si nota ancora più chiaramente la disastrosa tendenza in atto.
Nel secondo trimestre 2012 il numero degli occupati diminuisce in termini tendenziali dello 0,2% (-48.000 unità). Il risultato sintetizza il nuovo forte calo dell’occupazione maschile, a fronte del protrarsi del positivo andamento di quella femminile. L’aumento dell’occupazione più adulta con almeno 50 anni, soprattutto a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella più giovane e dei 35-49enni.
Al calo tendenziale dell’occupazione italiana (-133.000 unità) si associa la crescita di quella straniera (+85.000 unità). In confronto al secondo trimestre 2011, tuttavia, il tasso di occupazione degli italiani rimane stabile, mentre quello degli stranieri segnala una nuova significativa riduzione (dal 63,5% al 61,5%). Ovvia la considerazione: la manodopera straniera costa meno anche quando è contrattualizzata (minori carichi familiari, per esempio).
Gli occupati a tempo pieno proseguono la dinamica negativa (-2,3%, pari a -439.000 unità). La caduta tendenziale, particolarmente accentuata nelle costruzioni e nei servizi alle imprese, interessa sia l’occupazione dipendente a carattere permanente sia quella autonoma full-time. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere in misura ancora sostenuta (+10,9%, pari a 391.000 unità), ma si tratta in gran parte di part-time involontario.
L’industria in senso stretto accentua la flessione avviatasi nel precedente trimestre, registrando un calo tendenziale del 2,2% (-104.000 unità), concentrato nelle imprese di medio-grande dimensione. Non si arresta la riduzione degli occupati nelle costruzioni (-5,1%, pari a -98.000 unità). Il terziario registra una variazione positiva (+0,6%, pari a 101.000 unità), dovuta alla crescita delle posizioni lavorative dipendenti e alla diminuzione di quelle autonome.
Il numero dei disoccupati manifesta un ulteriore forte aumento su base tendenziale (+38,9%, pari a 758.000 unità), portandosi a 2.705.000 unità. Circa la metà dell’aumento della disoccupazione è alimentato dalle persone con almeno 35 anni. La crescita interessa tutto il territorio ed è dovuta in sei ogni dieci casi a quanti hanno perso la precedente occupazione.
Il tasso di disoccupazione (dati grezzi) è pari al 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto a un anno prima; l’indicatore passa dal 6,9% del secondo trimestre 2011 al 9,8% per gli uomini e dal 9% all’11,4% per le donne. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale dal 27,4% del secondo trimestre 2011 al 33,9%, con un picco del 48% per le giovani donne del Mezzogiorno.
Si riduce la popolazione inattiva (-4,9%, pari a -729.000 unità), a motivo della discesa di quanti non cercano e non sono disponibili a lavorare. All’aumentata partecipazione delle donne e dei giovani si accompagna, in quattro ogni dieci casi, la riduzione degli inattivi tra 55 e 64 anni, presumibilmente rimasti nell’occupazione dati i progressivi maggiori vincoli per l’accesso alla pensione.

Non cè che dire: le politiche dei governi di centrosinistra, di centrodestra o “tecnici” sono state tutte giustificate “per aiutare i giovani” e “ridurre le disparità”. I giovani sono stati ovviamente presi in giro, mentre le “disparità” si sono effettuivamente ridotte: ora stiamo tutti molto peggio. Evviva l'”equità”…

I due rapporti dell’Istat, integrali:
pdfOccupati_e_disoccupati_trimestrali_-_31_ago_2012_-_Testo_integrale.pdf

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