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Palermo. Gli operai della Gesip in piazza


Il governo blocca i fondi Operai Gesip nelle strade

Francesco Piccioni

L’autunno è partito dalle isole. Anche la Sicilia, e in particolare Palermo, ha cominciato a scendere in piazza. E questa volta non c’entrano le multinazionali americane (come l’Alcoa in Sardegna).
La protesta degli operai della Gesip è iniziata venerdì sera, quando sono venuti a sapere che il governo non aveva erogato i 5 milioni necessari al pagamento degli stipendi di agosto e alla continuità del servizio anche per il mese di settembre. Il sindaco Leoluca Orlando aveva convocato una riunione straordinaria di giunta a Palazzo delle aquile per comunicare il «no» del governo, in barba a stanziamenti già effettuati prima della sua elezione e quindi soltanto da confermare. Cassonetti rovesciati, stazione ferroviaria invasa, traffico bloccato fino all’una di notte. Poi, ieri mattina, il tentativo di fermare anche il porto – come a Cagliari nei giorni scorsi – intasando la centralissima via Roma.
La Gesip è una multiutility comunale che si occupa di verde pubblico, servizi cimiteriali, canile, pulizia e custodia delle scuole e dei palazzi municipali, piscina comunale, servizi ai disabili, raccolta dei rifiuti, ecc. Tutti servizi pubblici essenziali che nessun «privato» si sognerebbe mai di scegliere come business, a meno di non trovare un ente pubblico disposto a pagare. E 1.800 lavoratori che si sono sentiti improvvisamente messi in mezzo alla strada. E hanno deciso di occuparla, preannunciando altre forme di protesta domani mattina, in contemporanea con il «tavolo tecnico» convocato dal prefetto Umberto Postiglione. Domani sarà a Palermo anche il ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, che aveva approvato lo stanziamento dei 5 milioni come Protezione civile.
Il comune non ha in questo momento fondi e quindi il sindaco, anche per coinvolgere le responsabilità di Roma, aveva detto chiaramente che «se il governo non sblocca i fondi il destino dei lavoratori Gesip è il licenziamento collettivo». Dal punto di vista societario, comunque, «la Gesip deve chiudere: al suo posto creeremo una società consortile, che raggruppi le aziende divenendo concessionaria di servizi, che permetterà di risparmiare il 21% di Iva, specie sul 92% di spese per il personale, di realizzare 220 pensionamenti, i prepensionamenti e la mobilità tra aziende».
Tutti i sindacati – dall’Usb a Cgil, Cisl e Uil – si sono detti pronti ad arrivare fino a Roma, «partendo da Palermo vestiti a lutto e senza bandiere». Il sospetto è che il governo, che insiste per le privatizzazioni, abbia voluto tirare uno sgambetto proprio al sindaco dell’Idv, che continua a sostenere la scelta della scoietà pubblica (anche se «consortile» con Regione e provincia). «È una scelta politica», sostenevano ieri all’unisono i lavoratori.

da “il manifesto”

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