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Alcoa. I tre operai sono scesi dalla torre

I tre lavoratori Alcoa che per quattro giorni hanno occupato un serbatoio dell’acqua arrampicandosi a 66 metri di altezza, hanno deciso di scendere a terra e sospendere la loro protesta iniziata per ottenere dall’azienda un impegno scritto per evitare lo spegnimento dell’impianto. Uno dei tre operai, cardiopatico, è stato visitato da un medico: le sue condizioni sono precarie ma non gravi. I tre sono stremati ma decisi a proseguire la protesta insieme ai loro colleghi: partiranno anche loro per Roma e parteciperanno al corteo in programma lunedì. “Alla manifestazione di Roma, dove saremo almeno in 500″ annunciano i lavoratori. Lunedi la fabbrica si fermerà per 24 ore, quando al Ministero si dovranno sciogliere i nodi politici per l’eventuale passaggio di proprietà dello stabilimento.

Ma l’azienda ha diffuso la notizia che nessuno ha manifestato interesse per l’acquisto della fabbrica. “Dal 1 agosto non abbiamo ricevuto nessuna nuova e concreta manifestazione di interesse da parte di potenziali acquirenti dell’impianto Alcoa di Portovesme”, ha ribadito la multinazionale statunitense parlando del rincorrersi, in questi giorni, “di una grande quantità di congetture e commenti”. L’azienda ricorda che “ha condotto un processo di vendita che si è concluso il 31 agosto senza tuttavia arrivare a firmare una lettera di intenti con un soggetto interessato all’acquisto dello smelter”. L’Alcoa ha pure precisato che fino ad oggi non è avvenuto alcun incontro formale “a tre” con Glencore e Regione Sardegna. “Per l’avvio di una qualunque trattativa con Glencore – sottolinea l’azienda in una nota – resta infatti indispensabile una dichiarazione di interesse che al momento non è pervenuta”.

Il Sole 24 Ore riferisce però che sarebbe emerso un interessamento della società svizzera Klesch. “Quell’offerta di Klesch che in giugno era stata rifiutata da Alcoa perché poneva condizioni non realistiche e inaccettabili per raggiungere un deal sul sito di Portovesme, in parte per il prezzo dell’energia proposto, in parte per l’onere per Alcoa, da ieri è diventata interessante, come si legge tra le righe di una lettera spedita da George D. King III (vice president & managing director della multinazionale americana) a Gary Klesch, datata New York, 6 settembre” scrive il quotidiano della Confindustria “In particolare erano stati valutati come non realistici i circa 30 euro a MW/h. Un po’ meno quindi dei 33 euro pagati da Alcoa dal 2009. Da allora infatti «a fronte di un prezzo a MW/h di 72 euro praticato secondo il contratto con Enel, ma contrattato appunto tre anni fa, Terna attraverso il servizio di interrompibilità consente l’abbattimento a 33 euro a MW/h che non è un prezzo sussidiato ma un prezzo stabilito in cambio di un servizio che è l’interrompibilità», spiega Alessandro Profili, responsabile degli affari europei di Alcoa”.

Intanto ai piedi del traliccio Terna, che fornisce l’elettricità a Iglesias, vicino allo stabilimento Alcoa di Portovesme, la polizia ha ritrovato 8 candelotti di esplosivo. La presenza di esplosivo era stata segnalata con una telefonata anonima giunta all’agenzia Ansa.

 

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