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Milano: sciopero negli ospedali e corteo dei lavoratori della sanità

”Alta adesione e grande partecipazione”. Così i sindacati riassumono i risultati dello sciopero di oggi, che ha visto la partecipazione di oltre 3mila lavoratori degli ospedali S. Raffaele, S. Paolo e asl città di Milano, oltre a delegazioni degli ospedali S. Carlo e G.Pini di Milano e S.Gerardo di Monza, contro il modello di sanità formigoniano, e il piano di licenziamenti o tagli in discussione nei vari nosocomi milanesi. A spiegarlo è Angelo Mulè, coordinatore Rsu del S. Raffaele. ”Per il S. Raffaele erano presenti circa 1.200-1500 lavoratori. Il corteo ha seguito il percorso previsto, da Palazzo Lombardia, sede della giunta, al Pirellone, sede del consiglio regionale”. Lì una delegazione di rappresentanti sindacali è stata ricevuta dal neo assessore alla Sanità, Mario Melazzini, ”che si è mostrato disponibile – prosegue Mulè – e conta di incontrare entro la prossima settimana i sindacati dei tre ospedali, rappresentanti della proprietà del S.Raffaele e dirigenti del S. Paolo e della asl. Ha detto inoltre che cercherà di organizzare un incontro a tre, cioe’ regione, sindacati e proprietà, per il S.Raffaele”. Domani i rappresentanti della Rsu del S.Raffaele si riuniranno per valutare i risultati dello sciopero di oggi e decidere le prossime iniziative di protesta.

“Nonostante le mille inefficienze burocratiche, che ci hanno portato anche a denunciare pubblicamente le inadempienze della Regione Lombardia in tema di garanzia dei servizi minimi in caso di sciopero, consideriamo pienamente riuscita l’azione di sciopero e fortemente partecipata la manifestazione che si è conclusa alla sede della Regione”, dichiara Licia Pera dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego.
“Le politiche di riduzione della spesa, che assumono nomi e giustificazioni diverse da regione in regione, producono tutte lo stesso risultato – sottolinea la dirigente USB – cancellazione di centinaia di strutturale della rete sanitaria pubblica e conseguente riduzione degli operatori che ne legittimano ancora la sopravvivenza; sostituzione del sistema sanitario pubblico con un modello fallimentare, in grado di garantire solo chi potrà pagarsi una assicurazione integrativa, e smantellamento del sistema di stato sociale attraverso un intervento destrutturante, che interviene nella sanità ma anche nel mondo della scuola e degli enti locali”.

“In Lombardia – prosegue Licia Pera – la situazione è resa più grave dal livello di corruttela che ha origine dalla politica e permea il sistema sanitario stesso. Notevoli sono infatti le  corresponsabilità,  che  vanno dalle scelte ‘politiche’ dei Manager delle ASL, fino al finanziamento illecito di gruppi imprenditoriali e di potere di carattere nazionale, come l’intera vicenda del San Raffaele sta dimostrando. Per tutto questo, la disponibilità al colloquio che l’Assessore alla Salute della Lombardia ci ha garantito a fine manifestazione, non tranquillizza affatto i lavoratori e le lavoratrici del sistema e legittima ulteriori forme di lotta”.

Conclude Licia Pera: “L’iniziativa di oggi ben si colloca in funzione del più ampio movimento di indignazione che sfilerà sabato prossimo per le vie di Roma in occasione del NO MONTI DAY, e caratterizza il nostro intervento in Lombardia al pari delle iniziative di protesta e di lotta che si stanno sviluppando in molte altre regioni”.

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