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Piacenza. Ikea sotto tiro

Ikea ha dovuto bloccare i commenti sulla sua pagina FB, così cool e friendly, dopo che era stata sommersa di critiche per il suo atteggiamento verso i lavoratori del polo logistico di Piacenza che sta portando a 107 licenziamenti.
Gli attivisti solidali con i lavoratori in lotta hanno quindi deciso di occupargli un’altra pagina http://www.spazioalcambiamento.it/manifesto in cui la loro ipocrisia è massima, e tanti compagni e tante persone hanno seguito l’indicazione. “Non saremo anonymus, ma comunque fa ridere l’uso detournato dei loro stessi strumenti: guardate che cosa ne è della pagina” affermano gli attivisti che hanno avviato questa campagna di dissuasione contro la multinazionale svedese.
IKEA è stata così obbligata a un’altra risposta, pubblicata sul loro FB (su cui i commenti sono però chiusi per alcuni utenti dopo che le critiche li hanno spinti a censurare la verità).
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&list=UUfdmmU42CG6UtibmEKQYvjQ&v=BW9bLcO6NHk

In sostanza IKEA afferma che non c’è rappresaglia contro i lavoratori, ma che la situazione perdura finché perdura la protesta… e indovinate di chi è la colpa della protesta? Fanno pressione per far finire la protesta e vogliono continuare ad apparire “puliti”! Ma c’è da dire che Ikea mostra di tenere proprio molto alla sua immagine intervenendo ogni due secondi. Continuiamo a bombardarli da tutti i lati contribuendo in questo modo alla resistenza dei lavoratori.
Ieri pomeriggio a Piacenza circa 400 persone, tra lavoratori del polo logistico Ikea e di altre aziende del settore (Tnt, Gls) insieme ad attivisti solidali hanno manifestato per le strade di Piacenza. Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?v=KtMDc9vx7r8

La magistratura intanto ha indagato un secondo lavoratore dopo le cariche della polizia di venerdi scorso. Si tratterebbe di uno dei promotori della protesta, per cui il pubblico ministero Ornella Chicca ha ipotizzato il reato di manifestazione non autorizzata. Nuovi indagati sono comunque annunciati, visto che i filmati e la documentazione non sono stati ancora tutti visionati. Sempre in Procura sono giunte però anche le denunce di operai e SiCobas contro i poliziotti, per le cariche effettuate ai cancelli nei quali non si è risparmiato l’uso dei manganelli e dei lacrimogeni. 

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