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Ilva. Non si può continuare a difendere l’indifendibile

Singolare l’affermazione del Ministro Passera sul decreto che ammazza la sentenza della Magistratura quando dice “Non fermateci, salviamola insieme” invitando i magistrati a comprendere che “i loro obiettivi coincidono con quelli del governo”. Ormai è pessima e ricorrente la consuetudine di spacciare o di regolare le peggiori porcherie unilaterali come scelte “concertate” , ma in questo caso, L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) nega il proprio assenso dichiarando esplicitamente la propria ferma contrarietà in quanto “sino ad ora la proprietà ha dimostrato di volersi sottrarre all’esecuzione di ogni provvedimento emesso dalla magistratura e non è chiara la disponibilità di investire capitali per adempiere alla bonifica e rispettare la disposizione dell’AIA”. E non è poco. Traspare dalle incredibili scelte del governo che l’unica intenzione resta incredibilmente quella di consentire alla famiglia Riva, pluriindagata del disastro sul lavoro e sull’ambiente della fabbrica che oltre all’acciaio produce morte, di non interrompere la produzione e quindi il profitto, negando l’evidente come se non fosse successo nulla!

Tra l’altro, ai tavoli negoziali, per garantirsi risultati preconfezionati, si invitano solamente CGIL CISL UIL e si nega ancora una volta il contributo dei sindacati conflittuali e non complici come per esempio USB; Il tutto mentre all’Ilva si continua a morire in reparti che dovevano invece essere chiusi.

Si tratta invece di invocare giustizia per i morti e per i vivi affinchè sia salvaguardato e ripristinato, presto e senza sconti, il rispetto di condizioni di vita degne di questo nome, liberate dai veleni prodotti da questa fabbrica. 

Sulla martoriata Taranto, sulla quale anche la natura infligge dolorose sofferenze che causano ulteriori morti, servono soluzioni drastiche e le uniche possibili passano per la nazionalizzazione e la certezza della pena per i responsabili di un tale disastro.

Purtroppo l’Italia, con decreti sottoscritti a vario titolo degli ultimi governi a tutt’oggi ancora non smentiti, ha modificato il testo 81 prevedendo modifiche come “l’esonero da responsabilità del datore di lavoro in caso di delega o subdelega di alcune delle sue funzioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” oltre a “proroghe per la redazione di documenti fondamentali come i DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) in caso di nuove aziende o modifiche sostanziali di quelle già esistenti”. 

Il decreto del governo Monti e dei suoi tecnici continua sulla stessa strada di preferire la salvaguardia degli interessi dei padroni decidendo di difendere l’indifendibile, ignorando che ci sono operai che escono la mattina per andare al lavoro e non sanno se torneranno a casa la sera!

Il Comitato No Debito seguirà con particolare attenzione l’evolversi di questa vicenda, nella convinzione che il rispetto della vita umana non ha prezzo e che il diritto alla salute e alla sicurezza sono un bene primario che non può essere oggetto di negoziazione di alcun tipo; inoltre agli operai deve essere riconosciuto il diritto al salario ed è per questo che dovrebbero essere coinvolti, retribuiti, nelle necessarie ed urgenti opere di bonifica.

* portavoce del Comitato No Debito

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1 Commento


  • Aldo

    Napolitano ha messo la firma alla legalizzazione della morte per tumore.
    E la cosiddetta sinistra deforme composta dai vari Vendola,Bertinotti,Diliberto,gli arancioni “dalaimisti”e tutti gli altri a cui aggiungo Rifondazione,dove si sono cacciati?
    VERGOGNA,VETGOGNA,VERGOGNA.

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