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Bologna. Sgomberato il Bartleby. Cariche della polizia

Oggi il rettore Ivano Dionigi ha sgomberato e murato gli spazi di Bartleby, in via San Petronio Vecchio 30\a.
Ci siamo organizzati immediatamente, siamo entrati in rettorato con l’intenzione di sgomberarlo. Chiaramente il rettore non c’era: il grande monarca dell’Alma Mater si è dimostrato infatti così coraggioso che (dopo aver comunicato solo a mezzo stampa per due anni) ha deciso di scappare dalla città nel giorno dello sgombero. Come i veri monarca del medioevo, quando scappavano dalle loro fortezze assediate.
Siamo andati in corteo verso i nostri spazi, verso quella che è la casa di studenti, ricercatori, docenti, la casa di artisti, scrittori, musicisti, siamo andati verso i quegli spazi con l’intenzione di riprenderceli.
Ma il monarca aveva già allertato la sua Guardia Reale. La polizia e i carabinieri di Bologna hanno circondato e caricato per ben due volte il corteo, con la chiara intenzione di fare del male.
Questo è il messaggio: non bastano i muri, per zittire la voce di chi vive l’università e di chi vive la città, servono anche i manganelli.
Non importa: fieri di aver resistito a quelle cariche senza aver fatto un passo indietro, ci siamo ripresi l’università e da qui ci riorganizziamo. Stasera alle ore 19, assemblea in via Zamboni 38, aula 3.
Non la scamperà Dionigi e non la scamperà il PD, che ha il preciso intento di trasformare Bologna in una vetrina per turisti. Questo è il piano: chiudere ogni spazio a chi resiste collettivamente e si ribella, a chi cerca spazi di libertà e a chi crea innovazione. Chiediamo a tutti coloro che ci hanno appoggiato e che hanno rafforzato il nostro percorso, di partecipare. La risposta a queste istituzioni la costruiamo tutti insieme.
Quello che doveva distruggerci ci sta caricando: bell*, felici e incazzat* più che mai, dissotterriamo insieme le asce di guerra.

Il finale di Bartleby è ancora tutto da scrivere.

ore 19 assemblea pubblica

ore 21 Wu Ming

ore 22 Voodoo Sound Club e (al piano terra) super jam tutta la notte

a seguire dj set

“Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena di fare”

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BARTLEBY – spazio autogestito

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RIVENDICARE IL PANE MA ANCHE LE ROSE… SOLIDARIETA’ A BARTLEBY

Questa mattina un altro sgombero, un’altra azione repressiva nel cuore di quella che fu Bologna. Questa volta tocca al Bartleby.

Si susseguono ormai a cadenza mensile gli sgomberi in città. Se il 2012 si era chiuso con i due sequestri a danno di altrettante occupazioni abitative dell’Associazione Inquilini e Assegnatari, l’anno nuovo si presenta con la chiusura dei locali di Via San Petronio Vecchio, sede ormai storica del Bartleby che, dalla mobiltazione dell’Onda ad oggi, ha segnato un punto fondamentale di produzione culturale, di incontro trasversale per diverse realtà, di ritrovo per studenti e giovani precari, fuori dalle compatibilità ordinarie e al quale non vogliamo rinunciare.

L’amministrazione di questa città ha ormai da tempo gettato la maschera, ma se sul piano delle rivendicazioni sociali cerca oggi di temporeggiare lasciando intervenire direttamente la magistratura, non usa più mezze misure contro la presenza di spazi che rivendicano una progettualità fuori dagli schemi, un’idea altra di socialità proprio in piena crisi (non solo economica), proprio in pieno centro. Da qui lo specchietto per le allodole, la proposta di concordare una nuova convenzione assieme all’Unibo per un’area autogestita in piena periferia cittadina. Le ragazze e i ragazzi del Bartleby non sono cascati nel tranello, non hanno ceduto sapendo quanto l’attività da loro proposta sia legata al tessuto del centro cittadino, accanto alla zona universitaria. Posti di fronte alla chiusura di un tavolo di contrattazione evidentemente mai realmente aperto, questa mattina hanno trovato un muro di mattoni e calce fresca a chiudere il portone d’ingresso, come chiusi hanno trovato gli uffici del rettorato quando, assieme a un centinaio di persone, si sono recati a parlare con Dionigi. Chiuso da un plotone della celere era anche l’imbocco di Via San Petronio Vecchio al loro ritorno. Non poteva esserci più chiara constatazione dello scarto ormai prodottosi anche in questa città tra le aspettative dei giovani che vengono per aprirvi un capitolo importante delle loro vite e la realtà quotidiana in cui cercano di relegarli. Ringraziamo Bartleby per quanto ha dato finora, e per quanto siamo certi saprà darà ancora in futuro, e per averci mostrato questa mattina che la voglia di costruire progetti diversi è grande in città, la voglia di guadagnare terreno anche quando ci caricano addosso i manganelli, la voglia di aprire spazi di democrazia di fronte alla loro sistematica messa al bando, la voglia di rivendicare il pane ma anche le rose!

RETE DEI COMUNISTI- BOLOGNA

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