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Lo tsunami dei movimenti per la casa arriva alla Regione Lazio

Lo Tsunami tour dei movimenti per il diritto all’abitare è arrivato fin sotto la Regione Lazio. In tre giorni, in particolare durante la giornata di sabato, le diverse realtà del movimento per il diritto all’abitare attive nella capitale hanno occupato ben 14 diversi immobili in diversi quadranti della città. Due palazzi in Via Tiburtina (ex Atac), un immobile a Forte Tiburtino, un altro a San Basilio, alla Garbatella in Piazza Pericle, in Via Appia, in Via Chiodelli, al Collatino, in Piazza Ippolito Nievo, a Ponte di Nona, a San Lorenzo. Una sfilza di nuove occupazioni che ha irritato il sindaco Alemanno, che proprio oggi ha scritto al prefetto Giuseppe Pecoraro, e al questore, Fulvio della Rocca per “condannare fermamente tali illegali modalità di richiamare l’attenzione sulla questione dell’emergenza casa”, e per chiedere “un incontro urgentissimo, per individuare e concordare una soluzione a questo problema, al fine di ripristinare la legalità e ristabilire il rispetto delle regole con sgomberi immediati dei predetti immobili”.

Ma una risposta forte e immediata alle minacce del sindaco l’hanno dato oggi migliaia di occupanti di case – tantissime le famiglie con i bambini al seguito – che si sono ritrovati alla stazione della metropolitana di San Paolo per poi iniziare a sfilare nelle vie del quartiere e poi di Garbatella, fino ad arrivare alla vicina sede della Regione Lazio, appena occupata dalla giunta di centrosinistra guidata dal PD Nicola Zingaretti. Tanti giovani, italiani e migranti, protagonisti delle mobilitazioni contro la speculazione e i palazzinari che hanno animato la capitale negli ultimi mesi, ma anche gli ‘inquilini resistenti’ che vivono nelle case che gli enti hanno già privatizzato o stanno cercando di vendere a prezzi di mercato, organizzati con l’Asia Usb. E poi tanti striscioni in rappresentanza di spazi abbandonati occupati lo scorso sabato o durante la precedente giornata che vide a Roma una raffica di occupazioni, lo scorso 6 dicembre. E insieme ai senza casa e agli inquilini resistenti, al grido di ‘occupiamo tutto’, nella strade di Garbatella hanno sfilato anche molti lavoratori, di diversi settori, sventolando le bandiere dell’Usb. Tanti gli slogan per il diritto alla casa e a un lavoro dignitoso, contro la repressione e gli sgomberi degli spazi occupati, contro la speculazione e i palazzinari che dominano la politica romana. Ad un certo punto durante il corteo è arrivata la notizia che cordoni di polizia proteggevano alcuni cantieri ed edifici di proprietà del costruttore Caltagirone, forse temendo nuove occupazioni. I manifestanti hanno gridato “Non si può pagare mille euro al mese, per questo le case ce le siamo prese” mentre lo striscione in testa al corteo recitava “Riprendiamoci la città”. Altri striscioni portati in piazza dicevano invece “Spunteremo come funghi” e ancora “Per abitare nella crisi. Fermare gli sfratti, gli aumenti degli affitti, le dismissioni, i mutui insostenibili e la truffa dell’housing sociale”.

Alla fine del corteo, quando il serpentone è arrivato sotto la sede della Regione Lazio, una delegazione composta dai rappresentanti delle diverse realtà del movimento romano per il diritto all’abitare è stata ricevuta dai rappresentanti della giunta.

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