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Lavorare quando è festa? Una barbarie

Una settimana fa la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo della legge regionale del Veneto sul commercio che limitava le aperture festive degli esercizi commerciali e ne regolava anche gli orari. La Consulta ha ritenuto la norma statale del decreto “Salva Italia” – che prevede la totale liberalizzazione degli orari, – sia prevalente rispetto al dettato regionale in quanto favorirebbe la concorrenza. Non era solo la Regione Veneto ad aver fatto ricorso contro la liberalizzazione selvaggia del lavoro anche nei giorni festivi. Anche Lombardia, Piemonte e Lazio avevano presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma contenuta nel decreto del governo Monti che, di fatto, sanciva quello che la grande distribuzione stava già facendo da tempo e senza autorizzazioni. La doccia fredda è arrivata, a conferma che le leggi dello Stato – la legalità – possono essere ingiuste anche se “legali”.

Un anno fa c’era stata l’iniziativa di protesta, nata in rete con il gruppo facebook “Domenica no grazie”, che aveva portato in piazza le commesse e i commessi in tutta Italia, con le loro famiglie e i loro amici. Costrette – e costretti – a stare dietro le casse dei supermercati, nei negozi e nelle boutique di mezza Italia avevano provato a dire basta all’impossibilità di ritrovarsi con i figli e le persone care nei giorni di festa “A volte capita di non avere un giorno libero per due settimane di fila”, avevano spiegato “e in busta paga, per questa rinuncia, ci ritroviamo appena 15 euro in più”.

Tutti i paesi hanno un giorno di festa dedicato ai valori fondamentali intorno ai quali si riconosce la comunità nazionale. Il giorno della Liberazione significa per il nostro Paese  democrazia e dignità, diritto alla resistenza in difesa della giustizia e della libertà. Ma per molti lavoratori festeggiare questi valori non è più possibile: le aziende e i sindacati concertativi si sono accordati per abolire questo giorno di festa. Anche il 1° maggio è da anni in pericolo. Perso il carattere di giornata di lotta per i diritti dei lavoratori, al quale si è ormai sostituito il concertone di piazza San Giovanni, si mira ad abolirlo anche come festività.
Domani ad esempio, 25 aprile i centri commerciali romani resteranno aperti ed alcuni probabilmente saranno in funzione anche il 1° Maggio. L’Unione Sindacale di Base, Federazione di Roma, ha invitato a contrastare questo ulteriore saccheggio dei diritti e della dignità di chi lavora e convoca una manifestazione di protesta giovedì 25 aprile, presso il  Centro Commerciale Cinecittà 2, in viale Palmiro Togliatti  dalle ore 10.00. Nel corso della manifestazione si terrà una lezione di diritto del lavoro dal titolo: “I lavoratori hanno ancora dei diritti?”, a cura di avvocati, giuristi e delegati di base.

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