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Bologna. Photinia Sempreverde

Si sapeva che dal corteo di ieri si sarebbe deciso molto, soprattutto sul clima in cui avrebbe vissuto ogni iniziativa politica nei prossimi giorni: lo scontro ieri avrebbe determinato in maniera definitiva una modalità di confronto frontale, a denti e nervi scoperti, per tutti i giorni seguenti. Per non parlare della cassa di risonanza che avrebbe avuto la repressione di un corteo contro la repressione stessa, un corteo che per la prima volta riuniva diversi protagonisti del movimento studentesco e non solo sotto una causa comune, diversa dalla somma delle singole rivendicazioni o parole d’ordine di ognuno: un diverso diritto agli spazi, un diverso diritto alla città.

Invece la polizia non s’è vista.

Per ora dunque sembra prevalere la linea di chi vuole “gettare acqua sul fuoco”, cosa che tuttavia non va intesa come un’ apertura di spazi di dibattito, perché è chiaro che ora il grosso del lavoro nei confronti dei “facinorosi di piazza Verdi” lo si sta svolgendo in ufficio, vista la promessa di un altro giro di denunce oltre alle prime 25.

Inoltre, s’intravede la volontà di far passare il tutto sotto silenzio, abbassare l’attenzione oltre che la tensione, far parlare il meno possibile della vicenda, confidando che l’estate imminente e la mancanza di controparte contribuiscano a far scemare in breve questo movimento.

Perché la “questione piazza Verdi” sta riuscendo effettivamente a catalizzare buoni numeri e partecipazione attiva di militanti e collettivi che dimostrano vitalità, il corteo di circa un migliaio di persone era costituita per lo più da cua, cas, crash, hobo, labàs, vag61, xm24, Bartleby , volya e coordinamento giovani della rete dei comunisti, oltre a singoli cittadinif irmatari di un comunicato di adesione. L’ultima volta che si era registrato tale numero era il primo maggio, con caratteristiche e composizione completamente diverse.

Partito alle 18.40 dopo l’affissione di una targa che recita “piazza Verdi liberata” sotto l’indicazione toponomastica della piazza stessa, il corteo è sfilato senza intoppi per le maggiori vie del centro e un tratto della cerchia dei viali per confluire nuovamente in piazza Verdi, dove è stato piantato un albero, una Photinia sempreverde, a simboleggiare lo spazio liberato, la contrapposizione tra natura e cemento a indicare la concezione diametralmente opposta dello spazio, dei luoghi e dei tempi della vita, ma soprattutto, in maniera più urgente e diretta, a richiamare direttamente la protesta in difesa di Gezi Park, che dà vita oggi in Turchia a una rivolta nelle strade che le autorità reprimono ogni giorno con violenza inaudita.


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