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La salute non può morire di debito

La salute più che la sanità, gli interessi collettivi piuttosto che quelli privati. Su queste due affermazioni di principio – rare di questi tempi – il Comitato No Debito e Medicina Democratica hanno provato a mettere un punto importante mercoledì scorso a Roma con un forum dedicato a questo.

“La salute è un diritto, il debito non è un dovere” è infatti una affermazione di valori che innerva la campagna che il Comitato No Debito ha attivato da alcuni mesi contro i tagli alla sanità imposti dai diktat della Troika europea e applicati da governo e regioni. L’obiettivo economico è ridurre di 31 miliardi la spesa sanitaria entro il 2015. Quello strategico è ridurre le aspettative di vita della popolazione perché il suo costo è diventato insopportabile per il “rigore finanziario nei conti pubblici” dei paesi europei.

Il forum si è tenuto significativamente nell’aula magna dell’ospedale CTO di Roma. Un centro specializzato per i traumi ortopedici ma anche un ospedale completo in un vasto e popoloso territorio della Capitale. Nei piani della Regione il CTO deve chiudere e diventare una residenza per anziani. Da mesi alcuni reparti sono stati svuotati. I lavoratori e le realtà sociali del territorio si oppongono a questo progetto e adesso pare che ci si stia riuscendo attraverso una convenzione tra Inail e Regione per dedicare la struttura alla riabilitazione e mantenerla pubblica.

Il Forum di mercoledì ha portato alla luce una complessità specifica come quella del servizio sanitario nazionale sia nei suoi “dettagli” che negli aspetti generali derivati dalle misure di austerità imposte dalla Troika e dai trattati europei. Questi ultimi ben rilevati nell’introduzione di Daniela Cortese, nella relazione di Franco Russo e nelle conclusioni di Sergio Cararo attivisti del Comitato No Debito.

La complessa specificità è emersa invece dagli interventi di Antonio Valassina di Medicina Democratica e dai numerosi e articolati interventi (ben 17). Dai lavoratori e medici del CTO ad una studentessa dell’assemblea della facoltà di Medicina, dai sindacati di base dei lavoratori della sanità ai genitori delle associazioni dei malati e disabili, la “politica” seppur invitata si è limitata alla consigliera comunale Gemma Azuni.
Una complessità fatta di tagli, destrutturazioni, esternalizzazioni, precarietà, finanziarizzazione della sanità che stanno demolendo gli standard sanitari nel nostro paese.
Si comprende bene come la difesa del diritto alla salute dai tagli che sottraggono risorse per buttarle nelal fornace del pagamento del debito, sia qualcosa di più, di molto di più, di una rivendicazione specifica.
Dal Forum sono emerse proposte di iniziativa ma soprattutto la necessità di una alleanza politica, sociale, sindacale, culturale e di un “patto permanente” per mettersi di traverso alla destrutturazione del sistema sanitario sia nei suoi elementi generali che in quelli specifici.
La mattina il Comitato No Debito era in piazza a manifestare sotto il Ministero della Economia e Finanze insieme al Comitato 19 novembre, quello dei malati di Sla ai quali erano stati tagliati, ripristinati e poi bloccati i fondi che significano sopravvivenza. (guarda il video: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4Y2AoS4yBIY#! )
I malati di SLA e i loro familiari erano stati in testa al corteo del No Monti Day del 27 ottobre, e gli attivisti del No Debito hanno ricambiato il reciproco sostegno, le alleanze nascono soprattutto nella lotta e nel sentirsi parte dello stesso problema.

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