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Colosseo. I lavoratori hanno ragione, il Corriere della Sera ha torto

I lavoratori del più celebre sito archeologico e architettonico italiano hanno completamente ragione. Subiscono tutti gli effetti delle politiche di austerità e della spending review e sono costretti, per mandare avanti il servizio, ad operare sotto organico e in condizioni sempre più dure e difficili. Sono encomiabili per quello che fanno sempre.
Poi si riuniscono in assemblea, perché non ne possono più ed è un loro sacrosanto diritto farlo, e apriti cielo!

Il Corriere della Sera sbatte in prima pagina il mostro che allontana i turisti e danneggia la già così fragile economia. Colpa dei lavoratori, hanno un posto? Si accontentino e basta!
L’ Italia ha un patrimonio di beni culturali unico al mondo. Bisognerebbe spendere una marea di soldi pubblici per valorizzarlo non solo per il turismo, ma soprattutto per il bene del paese e delle generazioni che vi abitano e vi abiteranno. Si potrebbero creare così centinaia di migliaia di posti di lavoro, anche di alta qualità.

E invece i posti si tagliano e si precarizzano, mentre il patrimonio culturale va in malora o viene svenduto.

Il Maggio Musicale fiorentino chiude, mentre pare che il governo per far soldi voglia affittare ai privati le opere d’arte che non può gestire per mancanza di personale.

In Grecia sono più avanti, abbiamo visto le lacrime dei musicisti della orchestra sinfonica di stato che viene soppressa, lì tutto ciò che è pubblico o viene liquidato o svenduto ai privati.

I lavoratori del Colosseo dovrebbero avere il pubblico elogio per aver fatto emergere solo un po’ di quello che accade e di quello che si prepara se continuerà la politica di austerità. Ma il Corriere e la grande informazione, giustamente attenti e persino comprensivi verso le rivolte sociali che esplodono dalla Turchia al Brasile, fanno fatica a capire le ragioni di una assemblea sindacale.

Bè dovranno aggiornarsi rapidamente e un bel pò, perché il rifiuto delle politiche di austerità alla fine arriverà anche da noi nelle strade e nelle piazze, e lo vedranno bene anche i turisti.

* Ross@

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1 Commento


  • Vittorio

    Scusa Ross@ ma sei completamente fuori strada: già che una legittima assemblea sindacale fermi per una mezza giornata il flusso di turisti ad uno dei più famosi monumenti del mondo è un’italica follia. Ma che poi qualcuno provi a farne un’elogio vuol dire che siamo messi male.

    Al di là di quello che scrive il Corriere e tutta la stampa, qui si tratta di semplice logica: l’Italia è una delle mete più ambite per il turismo, ma non è l’unica.
    Se diamo questo bell’esempio presto i turisti si indirizzeranno verso luoghi meno belli ma almeno non autolesionisti.

    Qui non si tratta di Corriere e Repubblica, di destra e sinistra, di lavoratori e padroni, di cittadini e stato: qui si tratta di non spararsi nei piedi, e di valorizzare quel tanto che abbiamo (moda, design, territorio, enogastronomia e arte) per non fallire (siamo al 130% del debito pubblico sul PIL) .

    Se invece andrà diversamente sai che bello fare assemblee per difendere diritti di EX lavoratori, come ci troveremo tutti ad essere.

    Senza alcuna acrimonia,
    Vittorio

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