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“Blindare per legge l’accordo sulla rappresentanza”

Se qualcuno nutriva dubbi sul carattere reazionario e fascista del recente “accordo sulla rappresentaza sindacale” siglato da Cgil-Cisl-Uil con Confindustria può utilmente leggere la dichiarazione resta stamani dalla cosiddetta “autorità garante sugli scioperi nei pubblici servizi”, universamente nota come “autorità antisciopero”.

Ha infatti spiegato al Parlamento che potrebbe essere opportuno che i contenuti dell’intesa tra sindacati e imprese sulle nuove regole per definire la rappresentanza “vengano, in qualche modo, blindati per il tramite di un intervento del legislatore da concertare con le Confederazioni firmatarie”.

Lo dice il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse nella sua Relazione al Parlamento giudicando il protocollo di intesa positivamente in quanto “collega opportunamente la contrattazione collettiva ad una precisa verifica della rappresentatività sindacale, da effettuare attraverso il riscontro dei contributi versati e dei consensi ricevuti in occasione delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie”.

L’Autorità, dal canto suo, “già guarda a questi criteri di rappresentatività, recepiti nel nuovo Protocollo d’intesa, come a criteri da prendere necessariamente in considerazione ai fini della validità erga omnes degli accordi”, spiega ancora Alesse per il quale “non può considerarsi più un tabù la prospettiva di dare concreta attuazione all’articolo 39 della Costituzione, nella parte relativa al riconoscimento della maggiore rappresentatività sindacale, ai fini dell’efficacia della contrattazione collettiva”.

Il dispositivo dell’accordo, contro cui si manifesterà a Roma il 4 luglio, a SS. Apostoli, nel pomeriggio, in una assemblea in piazza convocata dal Forum Diritti Lavoro con i sindacati di base e tutte le forze “non allineate”, recita infatti che: le uniche organizzazioni sindacali che possono avere agibilità nei luoghi di lavoro sono quelle firmatarie dell’accordo; che alle elezioni Rsu possono partecipare soltanto loro (un’assicurazione per l’eternità che saranno sempre loro “le organizzazioni più rappresentative” perché si rende impossibile ogni “concorrenza”); che contratti e accordi possono essere egualmente firmati soltanto da loro; e soprattutto che sarà vietato scioperare contro le conseguenze di quegli accordi. Con buona ace della Costituzione, che considera il diritto di sciopero una prerogativa delle persone, ovvero dei singoli lavoratori, e non delle sigle sindacali “maggiormente rappresentative” per riconoscimento padronale.

Roma. In piazza contro l’accordo della vergogna

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