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La Corte Costituzionale dà ragione alla Fiom e torto alla Fiat

La legittimità costituzionale dei diktat di Marchionne era stata sollevata e rimessa alla Consulta dai giudici dei tribunali di Torino, Modena, Vercelli, a seguito dei ricorsi
presentati dalla Fiom, esclusi dalle Rsa per non aver firmato il contratto specifico della Fiat, che si richiama all’articolo 19 della legge 300 del 1970.

La Fiom e i suoi legali avevano sollevato il contrasto con gli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione, ossia sulla lesione del principio solidaristico, la violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale

La Corte costituzionale, si legge nel comunicato emesso dal Palazzo della Consulta, “nell’odierna camera di consiglio, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, 1 c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (c.d. ‘Statuto dei lavoratori’) nella parte
in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati
nell’unita’ produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”.
La replica del Lingotto alla sentenza della Corte Costituzionale è stata questa: ”Fiat ha sempre preso tutte le decisioni di tipo industriale tenendo conto della legislazione vigente e in particolare, dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, modificato nel 1996 in seguito al referendum del 1995” afferma la Fiat in una nota nella quale dice di prendere atto della pronuncia della Corte Costituzionale. Per il modello Marchionne e l’arroganza della Fiat è decisamente un brutto colpo. Ma è un serio campanello d’allarme anche sulla illeggitimità costituzionale dell’accordo del 31 maggio firmato da Cgil Cisl Uil e Confindustria che intende escludere dalla rappresentanza i sindacati che non firmano contratti o accordi aziendali che ritengono dannosi per i lavoratori. Sarà interessante commentare insieme questa sentenza giovedi pomeriggio all’assemblea pubblica in piazza SS Apostoli a Roma convocata dal Forum Diritti Lavoro contro l’accordo della vergogna.

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