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Cassina de’ Pecchi (MI): operai della Jabil occupano la fabbrica

Dopo anni di trattative e proteste inconcludenti oggi gli operai dell’ex Jabil di Cassina de’ Pecchi, licenziati ormai nel dicembre del 2011, hanno deciso di passare alle maniere forti ed hanno quindi occupato lo stabilimento lombardo. Una forma di pressione più forte e incisiva del solito per chiedere a “Nokia Siemens e alle istituzioni la riapertura della fabbrica” ora che, dopo aver trovato un imprenditore disposto a rilanciare lo stabilimento, “gli viene impedito di iniziare i lavori”.

 

Secondo i lavoratori, infatti “proprio quando, dopo due anni di lotta determinata a salvaguardia dei macchinari e per riavviare la produzione, c’è davvero la possibilità di tornare al lavoro, ad impedire la ripresa è proprio Nokia Siemens Networks, proprietaria dell’area e dei capannoni – spiega un comunicato della Fiom -. In questi mesi di difficile trattativa per raggiungere un accordo sull’affitto dell’area al nuovo imprenditore, la potente multinazionale non ha fatto altro che giocare ad alzare il prezzo, rischiando di compromettere la positiva soluzione di una vertenza che dura ormai da due anni. La bocciatura per un cavillo burocratico del Pgt comunale, secondo i dimostranti, sarebbe poi un’altra scusa di cui la Nokia starebbe approfittando per tirare la questione ulteriormente alla lunga.

“La NSN – prosegue Fiom – che sperava di chiudere la questione ottenendo una bella area dismessa su cui speculare, deve stavolta fare i conti con una Jabil occupata e con gli operai che questa mattina hanno deciso di rientrare, tra i macchinari che hanno “strappato” all’azienda e che non hanno intenzione “di lasciar arrugginire”. Infine i rappresentanti dei lavoratori chiamano in causa le istituzioni: “Dicano qualcosa quelle istituzioni, a partire da Regione Lombardia e dal Ministero del Lavoro che avevano siglato un accordo per riportare il lavoro nel sito di Cassina”.

IL TESTO DEL COMUNICATO DELL’RSU EX JABIL

La multinazionale, dopo anni di profitti nel nostro territorio e dopo aver licenziato centinaia di lavoratori, ha deciso di abbandonare Cassina de Pecchi.

Oggi, addirittura, si oppone alla possibilità di una ripresa produttiva conquistata dalle lavoratrici e dai lavoratori ex Jabil con 2 anni di lotta e di presidio.

Allo stabilimento ex Jabil, infatti, dopo che i lavoratori hanno riconquistato i macchinari convincendo Jabil a metterli a disposizione di un futuro imprenditore ed aver convinto le istituzioni ad un impegno per riavviare la produzione, un nuovo imprenditore c’è davvero….. ma Nokia Siemens networks non ci stà .

Proprietaria dell’area e dei capannoni, NSN ha deciso di fare terra bruciata, di abbandonare le strutture e il prodotto, di disfarsi dei lavoratori e dei loro saperi: vuole “l’area ripulita dal lavoro”, per fare profitti più alti e senza alcun impegno speculando sull’area.

Approfittando della bocciatura in Consiglio Comunale del Piano Regolatore che confermava la “destinazione industriale” dell’area, interpellata e rincorsa per mesi dalle istituzioni a tutti i livelli e dal nuovo imprenditore, Nokia Siemens Networks gioca sulla trattativa infinita e prende tempo, o meglio, prende in giro tutti con l’arroganza della multinazionale che decide a livello globale e non sa che farsene dell’Italia, figuriamoci di Cassina De Pecchi.

Dopo il danno dei licenziamenti, la beffa della speculazione sull’area: ma l’impresa non ha fatto i conti con la determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori….

C’è la possibilità di riprendere il lavoro subito.

Nokia deve trattare la disponibilita’ dell’area subito !!

Le istituzioni non possono farsi umiliare, tollerando la cancellazione di un pezzo di storia importante delle telecomunicazioni e l’abbandono di cassina all’impoverimento produttivo e industriale.

La prefettura e la regione devono pretendere il rispetto della vocazione produttiva dell’area e chi ha bocciato in blocco il piano regolatore deve ribadire la destinazione d’uso industriale dell’area nokia siemens networks.

 

RSU ex JABIL

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