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Roma. Assediato il Campidoglio. I movimenti inchiodano la Giunta Marino

Dopo l’occupazione della sede dell’Anci, martedì scorso, quello di oggi è stato un pomeriggio decisamente movimentato in Campidoglio dove era convocato il consiglio comunale.

I movimenti di lotta per la casa si erano dati appuntamento sulla piazza sottostante e l’hanno praticamente invasa ponendo con forza l’attenzione sull’emergenza abitativa a Roma e sulle soluzioni possibili.
La pressione è andata crescendo di momento in momento sia sulle transenne che sulla scaletta che conduce all’aula Giulio Cesare. Lo sbarramento di agenti di polizia e vigili urbani ha dovuto cedere in più punti. Le transenne sono state travolte e un centinaio di persone è riuscita ad entrare all’interno del Campidoglio. Di fronte all’aumento della tensione l’Assemblea Capitolina è stata sospesa ed è cominciato un incontro tra capigruppo, il vicesindaco Nieri e una trentina di rappresentanti dei movimenti per la casa.
Attualmente nella Capitale ci sono circa settanta occupazioni abitative e migliaia di famiglie organizzate con i movimenti che da tempo chiedono soluzioni vere contro gli sfratti e sull’emergenza abitativa. A partire dal blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi e dal ritiro della delibera del Comune sui residence. Tra i mille manifestanti che ieri hanno assediato la giunta Marino tanti gli inquilini dei residence, i senza casa, le famiglie sotto sfratto. Tra gli striscioni: ‘Marino l’emergenza casa non si fermerà finché risposta non ci sarà’, ‘La lotta per la casa non accetta i tuoi 700 euri, Roma si barrica’ e ‘La casa popolare è un diritto, sindaco non pagarci’. “Fermare ulteriore consumo di suolo, abbandonare il regime delle compensazioni, difendere il patrimonio pubblico e tassare l’invenduto delle grandi proprietà, garantire un alloggio a chi non ce l’ha” chiedono i movimenti in un appello. “Tutti temi che declinano una diversa legalità dove prevalgono i diritti e le necessità di chi colpito dalla crisi fa fatica ad arrivare a fine mese”.
Ma invece di rispondere concretamente alla domanda sociale che gli viene posta dai movimenti Marino si arrocca sulla ‘difesa della legalità’, legalità che in una metropoli come Roma coincide con gli interessi dei palazzinari e di una classe politica subalterna al partito del mattone. “Ogni forma di violenza va severamente condannata e ogni forma di illegalità va severamente punita, Roma deve essere una città solidale, partendo dai più deboli, ma è inaccettabile ogni forma di violenza e di illegalità” ha detto Marino alle agenzie di stampa.

Alcuni giornali scrivono che oggi “è stata rotta la tregua tra i movimenti e Marino”. Ma in realtà tale tregua non era stata dichiarata. Il confronto vero inizia adesso.

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