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Sciopero generale. La diretta. Il ghiaccio si e’ rotto

Ore 11. Parte la manifestazione nazionale dei sindacati di base. Ed e’ subito evidente, fin dalle priferie deserte, con pochissime automobili in circolazione, che l’effetto terrore – seminato a piene mani dai media di regime – e’ stato in buona misura efficace. Ma la massa di lavoratori, delegati, occupanti di case, studenti, precari, ecc, non ha timore di scendere in piazza. Una splendida giornata di sole accoglie molto benevolmente tutta questa gente, venuta per protestare contro le politiche del governo, assolutamente fedele alle indicazioni della Troika. Politiche che stanno svuotando il paese del suo patrimonio industriale, le tasche di chi lavora del necessario per vivere, le speranza di futuro delle nuove generazioni. In testa al corteo che muove i primi passi, subito dietro il grande camion con gli impianti, lo striscione con su scritto @le nostre vite sulle vostre coscienze, liberta’ di movimento per tutti@, retto da decine di migranti di ogni colore e lavoratori decisamente italici. Dagli altoparlanti, prima di partire, parte il famoso brano della Tosca di Magni Tremate lo stesso, cagatevi addosso, che sembra la prola d’ori\din – l’unica – di ogni regime autoritario. E tremebondo.

La quantita’ di persone presenti inizia a dire che il ghiaccio si e’ rotto, la crosta paralizzante della paura sta mostrando la prima robustissima crepa. Si tratta di allargare questa rima di frattura, e arrivare a rompere la gabbia della rassegnazione.

Il discorso che scorre dagli altoparlanti e’ chiaro. Tutto quello che sta massacrando la popolazione interna viene alla crisi capitalistica, ma questa viene aggravata da una serie di direttive sovranazionali che servono esplicitamente a salvaguardare gli interessi de capitale finanziario tirando furi da stipendi, pensioni, servizi sociali, tutto quel che serve.

Ore 12. Il corteo raggiunge Largo Brancaccio, ma la coda non riesce ancora a partire da Piazza Esedra. La dimensione numerica cresce ed e’ gia’ ora oltre le previsioni.

Ore 12.40. La situazione migliora. La testa sta per entrare a piazza San Giovanni, ma piazza Esedra e’ ancora piena. Sorpresa grande, vero Letta?

Dalle 13.30 sono cominciati gli interventi in piazza. Parlano i rappresentanti della Usb, dei Cobas e della Cub e poi tante realtà di lotta: dagli operai dell’Ilva ai Vigili del Fuoco, dalla scuola al pubblico impiego. Gli interventi proseguono fino alle 15.00. Comincia a prendere corpo l’accampata. Tende a gasebo riempiono il prato di piazza San Giovanni.

Alle 16.00 iniziano le assemblee nei vari angoli della piazza: Lotta contro l’Unione Europea, democrazia e rappresentanza sindacale, donne. La partecipazione è alta e curiosa. per molti è la prima volta che una manifestazione non si conclude ma prosegue con l’occupazione di una piazza e momenti di dibattito.

Alle 20.00 è iniziato il concerto. La Banda Emilia, Assalti Frontali, 99 Posse e poi Banda Bassotti suonano fino a mezzanotte. Migliaia e migliaia di persone si asspeiano sotto il palco e nella piazza. Poi sul palco, come promesso, sale Ascanio Celestini. Poi si chiude, ma la gente resta in piazza. Chi sistema nelle tende, chi nei pullman. Appuntamento domani di nuovo in piazza, in Piazza san Giovanni da dove alle 14.30 partirà un altro corteo, quello insieme ai movimenti sociali. L’assedio è cominciato.

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