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Malato di Sla muore durante il presidio sotto il Ministero delle Finanze

Raffaele Pennacchio, 55 anni, malato Sla, è morto questa notte, dopo aver passato due lunghi giorni sotto il ministero dell’Economia, in presidio anche di notte, al gelo, con una stufetta elettrica vicino ai piedi. Troppo stress e stanchezza per un corpo colpito da una delle malattie più terribili. Ha aspettato troppo, insieme ai suoi compagni di lotta, l’incontro con i ministri sulla questione delle risorse destinate alla domiciliarità per le persone non autosufficienti. Infatti, il governo ha concesso un incontro solo il giorno dopo l’inizio del presidio, costringendo gli ammalati a passare una dura notte in tenda sotto il ‘palazzo’. Certo, nessuno accusa di omicidio il governo, almeno non volontario. Ma solo il fatto che persone allettate e intubate, con le batterie a durata limitata dei propri respiratori, debbano scendere in piazza per chiedere il rispetto dei propri diritti, è uno scandalo. Lasciarle poi in attesa due giorni è una vergogna senza precedenti. 
Pennacchio ha partecipato personalmente all’incontro con i ministri. Ha ottenuto, insieme agli altri, importanti impegni da parte del governo: maggiori risorse e destinate all’assistenza domicialiare dei disabili gravissimi. Ma, purtroppo, non potrà mai vedere se questi impegni si trasformeranno in azioni concrete. Ma ci saranno gli altri, i malati sla, i loro parenti e amici, gli altri disabili gravi e gravissimi che non ci stanno a subire tagli, discriminazioni, ingiustizie in nome del risparmio, dell’austerità.

Secondo Giuseppina Vincentelli, moglie del segretario del Comitato 16 novembre Salvatore Usala, «la morte non dipende dalla malattia nè dallo sciopero della fame, ma dall’affaticamento che Pennacchio ha avuto durante la giornata. Nessuno se lo aspettava: usciti dal Ministero era tranquillissimo e sorrideva». 

«Raffaele non si è risparmiato un attimo, era stanco e provato», ha spiegato Mariangela Lamanna, vicepresidente dell’associazione, anche lei a Roma: «è vergognoso che un disabile abbia dovuto fare nove presidi in un anno e mezzo per avere l’attenzione del governo. È un morto che dovranno portarsi sulle coscienze». 

*controlacrisi.org

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