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Le lavoratrici del commercio alla Littizzetto: Luciana, l’8 dicembre tu lotti?

“Lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno?”. Iniziava così la lettera aperta, inviata da un gruppo di delegate ed iscritte USB a Luciana Littizzetto lo scorso 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Un anno dopo le condizioni delle lavoratrici della grande distribuzione sono mutate in peggio, anche grazie al decreto Monti più noto come “Salva Italia”. Un anno dopo USB sarà ancora in piazza, una piazza diversa stavolta, la “piazza del consumo”. In tante città d’Italia si terranno manifestazioni fuori e dentro i templi dello shopping, dove migliaia di dipendenti del commercio saranno obbligati a lavorare per tenere aperti centri commerciali e megastore.

Delegate ed iscritte USB lanciano l’appello alla partecipazione a Luciana Littizzetto. Nella lettera aperta le stesse chiudevano con: “Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro.” Questa potrebbe essere l’occasione per colmare il ritardo. Fino ad oggi Luciana non ha mai affrontato la questione. Le lavoratrici, dal canto loro, non hanno mai smesso di sollecitarle una risposta che accenderebbe i riflettori sulle reali condizioni vissute in questi immensi non luoghi che nascondono, dietro i loro arredi sfarzosi, un microcosmo di precarietà e sfruttamento.
 
Durante questo anno di silenzio le donne hanno trovato coraggio e man mano hanno calato la maschera e cominciato e hanno manifestato in numero sempre crescente il loro disagio, disagio colmo di dignità e disponibilità alla lotta. La cartina da tornasole è stato il lungo serpentone di lavoratrici del commercio che ha attraversato le strade di Roma durante lo sciopero generale del 18 ottobre e che ha reso visibili le ragioni della protesta.

Cara Luciana, queste donne hanno trovato il coraggio che a te, forse vincolata dal contratto pubblicitario, è mancato. La tua notorietà può aumentare, attraverso uno spot, i profitti di una multinazionale. Allo stesso modo potrebbe rendere “popolari” le ragioni di una giusta rivendicazione. Le donne del commercio ti hanno chiesto di combattere al loro fianco per l’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione nel rispetto dei diritti delle donne, per permettere e garantire alle stesse di fare scelte e compiere azioni, sia nella vita privata che nella vita professionale, senza alcun tipo di diseguaglianza di genere, per permettere le mille potenzialità, creatività, abilità e motivazioni che le donne possono apportare al mondo del lavoro e, più in generale, alla società.

Allora, cara Luciana, l’otto dicembre sarai al loro fianco?

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