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Caos in Cgil. La faglia si allarga

Il casino esploso nella Cgil comincia a diventare interessante… soprattutto per chi da decenni pensa che è il caso di organizzarsi per bene fuori di quel sindacato!

Qui una testimonianza e una riflessione dall’Umbria.

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Una riflessione. Rossano Rubicondi “Il sindacato è un’altra cosa” Umbria (…)

Dopo la firma della Camusso al cosidetto TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA,in CGIL sta succedendo il finimondo, con Landini che chiede alla Camusso di ritirate la firma da quell’accordo e la FIOM che sospende le assemblee congressuali almeno fino al 16 gennaio giorno in cui si riunirà il comitatto centrale minacciando addirittura di far sospendere lo stesso congresso.

Quello del 10 gennaio è, ne più ne meno, che una sorta di regolamento attuativo, dell’Accordo del 31 maggio.

Che dice sostanzialmente che esistono solo i sindacati che firmano quell’accordo. Una estensione a livello nazionale del modello Marchionne sperimentato alla Fiat di Pomigliano.

Peggiorativo sì in alcuni punti, ma la sostanza era già stata approvata precedentemente. La FIOM promette tuoni e fulmini al Comitato Centrale del 16 gennaio, ma che puo’ fare?

Come puo’ sostenere che è contraria ad regolamento di un accordo che ha sostenuto? Landini non riuscirà a far ritirare la firma alla Camusso e non riuscirà ad annullare il Congresso. L’unica cosa che farà sarà che nelle assemblee congressuali di base terrà un referendum pro o contro l”accordo” del 10 gennaio.

Destinato a naufragare visto che lo farà la sola FIOM e nessuna delle altre categorie. Il risultato finale VERO è che la Camusso batte Landini su tutto il fronte permanifesta inferiorità tattica del secondo. Il segretario della FIOM pensava che evitando lo scontro frontale (votando l’accordo del 31 maggio) e giocando di sponda con Renzi magari si poteva far fuori la Camusso. E invece la signora “manco lo vede” e fa quello che vuole.

Il congresso và fatto e dobbiamo dire ai lavoratori e delegati che la Camusso va mandata a casa utilizzando l’unico strumento possibile e cioè il Congresso votando la mozione 2 Il SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA che dal primo momento, senza tatticismi emendativi, era contro l’accordo del 31 maggio. Non si tratta di opportunismo, ma di pura coerenza.

Le nostre liste sono aperte, a tutti quei lavoratori che finalmente avendo aperto gli occhi condividono la voglia di mandare a casa il segretario generale della CGIL.

Rubicondi Rossano

IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA – Umbria

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