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“No corridoio”, la protesta cresce

La resistenza alla costruzione del “corridoio” Roma-Latina cresce, si radicalizza e appare ora come “un problema” anche per la stampa mainstream. Ecco qui un primo articolo del Corsera, che per fortuna non si limita a notare la cosa, ma fornisce anche un po’ di dati sui costi economici, ambientali e sociali di un’altra “opera inutile”.

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Un’opera infrastrutturale che, semmai venisse realizzata, costerà allo Stato 970 milioni di euro – oltre 5 milioni di euro a chilometro – e che ai pendolari presenterà un conto di 1700 euro l’anno con il pedaggio. Si muove tra queste due incredibili «forchette» il conto dell’autostrada Roma-Latina, con le relative opere connesse, infrastruttura verso cui si riaccende l’interesse per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della delibera del Cipe che ne approva il progetto definitivo. Ma i comitati e i partiti politici con una spiccata anima ambientalista sono pronti a dare battaglia proponendo di spendere questo mare di in maniera alternativa: realizzare la messa in sicurezza della Pontina e favorire il trasporto su ferro.

RICORSI E DENUNCE – Il portavoce del Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera Gualtiero Alunni assicura:«Oltre alla battaglia legale che stiamo portando avanti con uno ricorso al Tar contro la delibera del Cipe ora al vaglio dei nostri avvocati, vogliamo concretamente fermare l’apertura dei cantieri con due azioni: compreremo un pezzettino di terra ciascuno lì dove verrà aperto il cantiere autostradale. In questo modo – spiega – cercheremo di rallentare gli espropri. E inoltre attiveremo un presidio costante per tentare di fermare questo ecomostro che non serve a nulla se non alle grosse imprese costruttrici. Inoltre – aggiunge Alunni – per fermare le ruspe presenteremo un esposto alla Commissione europea affinché apra un procedimento contro l’Italia per violazione delle direttive Via e Habitat palesemente violate. Procedimento che potrebbe portare la suo deferimento in Corte di Giustizia e quindi ad una pronuncia di condanna in sede europea».

PEDAGGIO: UNA BATOSTA – Ma Gualtiero Alunni ed suo comitato, oltre a sottolineare i danni che verranno portati all’ambiente con la realizzazione dell’opera che nel complesso sfiora i 190 chilometri d’asfalto, presentano anche i conti che verranno sostenuti dai pendolari che -oltre al danno di una strada impercorribile quando si apriranno i cantieri – alla fine dei lavori dovranno pagare una nuova tassa: il pedaggio. «Secondo i nostri calcoli – dice Alunni – un pendolare che si reca a Roma per lavoro da Latina si troverà a pagare la bellezza di 144 euro al mese. Questo non lo dice nessuno. E sottolineiamo che questo calcolo viene effettuato oggi basato sulle media dei pedaggi autostradali in Italia, ma nessuno assicura che la cifra non sarà maggiore quando l’infrastruttura entrerà in esercizio».

L’INTERROGAZIONE – I comitati hanno dalla loro parte anche alcuni parlamentari. E’ il caso di Loredana De Petris, senatrice di Sel, che proprio martedì 21 gennaio ha presentato una interrogazione urgente rivolta ai ministri dell’Economia, delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e dell’Agricoltura, in merito all’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 3 gennaio scorso della delibera del Cipe che approva il progetto definitivo dell’opera e da il via agli espropri per la realizzazione del tratto urbano della Roma-Latina, destinato a collegare l’A12 Roma-Civitavecchia con il nuovo svincolo di Tor de Cenci.

MARINO INTERVENGA – «Sono previsti – dichiara la senatrice – oneri a carico dello Stato per 970 milioni di euro che potrebbero essere senz’altro impegnati, in modo molto più proficuo, per il trasporto pubblico della città, piuttosto che per un’autostrada a pedaggio di fatto inservibile per il traffico locale. Il progetto approvato attraversa e rischia di devastare la Riserva naturale statale del Litorale romano e, con il previsto prolungamento verso la A1, la Riserva naturale di Decima-Malafede, oltre a danneggiare irreparabilmente la cintura agricola della Capitale. Contro questo progetto – conclude l’esponente di Sel – si è già espresso il Consiglio comunale di Roma nella scorsa legislatura. Chiediamo ora ai ministri di sospendere l’iter di approvazione dell’intervento e al sindaco Marino di ribadire con nettezza la posizione contraria dell’amministrazione in carica nei confronti di un’opera che non serve alla città, ma solo alla lobby degli appalti autostradali».

L’OPERA – Questa l’opera che dovrebbe vedere la luce: si tratta di 186 chilometri – di cui cento in autostrada – con diverse sezioni: tratto Roma A12 – Roma Tor de’ Cenci (16 km); tratto Roma Tor de’ Cenci–Latina Borgo Piave (52,3 km); tratto Cisterna–Valmontone (31,5 km). L’intervento, per un importo complessivo di 2,728 miliardi di euro, prevede la costruzione, mediante affidamento in concessione, degli assi autostradali Roma–Latina e Cisterna–Valmontone, per un’estensione complessiva di circa 99,8 km; nonché la realizzazione di opere connesse al sistema autostradale per complessivi 46,2 km (tali opere connesse saranno realizzate dal concessionario e saranno, poi, gestite dalle amministrazioni locali). L’Intervento prevede, infine, la costruzione di due complanari, ciascuna monodirezionale e monocorsia, all’autostrada Roma–Latina nel tratto Aprilia Sud–Latina per circa 18,2 km e l’adeguamento funzionale di un tratto di circa 22 km dell’attuale Pontina Nuova, per circa 40,2 chilometri.

dal Corriere della sera – Roma

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