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Grecia. La giornata lavorativa si allunga e rende i lavoratori più poveri

Secondo i dati diffusi dall’Ocse è la Grecia il paese dell’Unione Europea dove si lavora di più: nel solo 2012 si sono registrate 2.034 ore per dipendente. Si tratta di quasi 300 ore in più della media europea che è fissata a 1.756 ore. Il dato si è mantenuto stabile rispetto alle 2.039 ore di lavoro del 2011. L’allungamento dell’orario di lavoro ha visto una vera e propria impennata  dalla crisi e dai diktat della Torika in poi: erano 1.950 ore nel 2008, 1.997 ore nel 2009, 2.016 ore nel 2010. Contestualmente i salari medi, sono invece in via di drastica diminuzione: erano 20.100 euro nel 2012, contro una media Ocse di 30.200 euro. Secondo l’Ocse questo abbrutimento delle condizioni di lavoro è dovuta alla forbice tra quantità e qualità dovuta a un’organizzazione “irrazionale” del lavoro. La Grecia adotta misure minime, o inconsistenti, per qualsiasi forma di part time e work-life balance, l’elasticità vita-lavoro che fa invece impennare la produttività nel cuore del capitalismo europeo (l’Europa centrale) dove le ore lavorate in un anno sono in media sono meno di 1.400 (nel caso di Germania e Olanda).

 

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