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Usb. “Una corruzione spaziale?”

Un ennesimo scandalo ha investito i massimi vertici dell’industria aerospaziale: è di queste ore la notizia dell’indagine aperta nei confronti del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Enrico Saggese e di altre sette persone.

L’indagine sembra aver preso il via da un dirigente ASI che ha denunciato un tentativo di corruzione nei suoi confronti. Da quanto riportano i giornali sono state effettuate perquisizioni, nelle sedi dell’Agenzia Spaziale, della Space Engineering, del CIRA di Napoli e di altre ditte fornitrici come la Sistina Travel ed Eurofiere.

Nei mesi scorsi l’Agenzia Spaziale Italiana era stata oggetto di un’indagine della Corte dei Conti in merito alle spese folli per la costruzione della nuova sede di Tor Vergata. Sede che ha visto triplicare i costi per la sua realizzazione da 24 a 84 milioni euro su cui il Ministero dell’Economia aveva condotto un’inchiesta durata mesi da cui erano scaturite azioni verso la magistratura ordinaria e contabili con il MIUR completamente assente e silente.

Come organizzazione l’USB ha più volte richiesto ai vertici e agli organi di controllo (revisione dei conti) di chiarire le voci giornalistiche e le interrogazioni parlamentari che coinvolgevano l’ASI. Sulla sede abbiamo chiesto all’amministrazione di intervenire sulle sue disfunzioni chiedendo i danni.

Recentemente avevamo chiesto di chiarire un altro aspetto poco trasparente: la presenza di membri del consiglio di amministrazione nelle società controllate con funzioni istituzionali, con incompatibilità chiare. Anche sui legami tra Agenzia e Finmeccanica in più riprese USB ha chiesto chiarimenti.

Nessuna risposta è mai arrivata!

In questi anni, invece, più volte i revisori dei conti sono intervenuti solo colpendo i dipendenti dell’agenzia (blocco delle carriere e taglio dell’accessorio) ma l’inchiesta sembra gettare dubbi proprio sul sistema dei controlli.

Quello di oggi è l’ennesimo scandalo, è una processione giudiziaria senza fine quella che vede coinvolte personalità legate al comparto aerospaziale italiano, Guarguaglini, Orsi e Pansa solo per citarne alcuni. Questi Super Manager oggi sottoposti a verifiche giudiziarie hanno lasciato dietro di loro delle società in forte difficoltà industriali e finanziarie, è il caso delle controllate Finmeccanica come Selex ES.

Guardando le cronache e non solo, è evidente che siamo di fronte ad un sistema di lobby e cordate che condiziona e ricava profitto dal settore dell’industria aerospaziale e militare italiana.

Molte di queste società sono oggi sottoposte a piano di privatizzazioni o sono già privatizzate, di queste molte hanno partecipazioni straniere.

Privatizzazioni che sono passate attraverso delle riorganizzazioni industriali che hanno visto la fuoriuscita di migliaia di lavoratori nel corso degli anni.

La scelta invece di relegare in seconda fila il sistema produttivo italiano rispetto ad altri competitori industriali, lascia queste aziende nelle mani di personaggi con pochi scrupoli e le loro quote di mercato alla mercé di speculatori internazionali.

 

L’industria aerospaziale deve essere ripensata e orientata all’incremento d’infrastrutture d’interesse pubblico, come il controllo e la gestione del territorio e alla realizzazione delle comunicazioni veloci.

 

Un indirizzo industriale e scientifico che valorizzi lo sviluppo tecnologico darebbe uno sbocco occupazionale ai precari della ricerca e a quelli presenti all’interno delle aziende dell’industria aerospaziale.

 

 

Facciamo nostre le preoccupazioni e l’indignazione dei lavoratori dell’Agenzia Spaziale e del comparto aereospaziale nei confronti di un sistema che non si fa scrupoli nell’uso del denaro pubblico, pregiudicando uno sviluppo al servizio dell’interesse collettivo e mettendo a rischio l’occupazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

 

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