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Electrolux, la Uilm semina ottimistica confusione

Non si capisce ancora bene se i padroni italiani e il loro governo siano o no pronti a recintare con precisione il conflitto sociale che potrebbe esplodere nel caso il “modello Electrolux” nella sua prima versione – dimezzamento secco dei salari, giocando su “contratti di solidarietà”, riduzione d’orario, eliminazione delle voci accessorie del salario e anche riduzione del salario orario – divenisse realtà e “punto di riferimento” per le imprese italiane. 

La notia comparsa oggi su alcuni gipornali padronali vorrebbe essere rassicurante. Electrolux avrebbe fatto mezzo passo indietro, annunciando un nuovo piano meno “estremista”. Ha infatti  scritto a sindacati e governo annunciando «un nuovo piano industriale, con investimenti per Porcia, e miglioramenti al piano per Susegana». «Viene chiarito che lo schema di lavoro a 6 ore è da intendersi esclusivamente come modalità di utilizzo di ammortizzatori sociali». Lo dice la Uilm, però, quindi la cautela è doppiamente d’obbligo.

Electrolux si dice disponibile  non chiudere lo stabilimento di Porcia, programmando investimenti non quantificati; e un non meglio precisato utilizzo degli ammortizzatori sociali per mantenere livelli salariali decenti. Electrolux, spiegano ai piani bassi di Corso Trieste, condividerebbe «la proposta avanzata dai sindacati al governo di ripristinare la decontribuzione a favore delle imprese che ricorrono a contratti di solidarietà come mezzo per abbassare il costo del lavoro senza intaccare i salari».

Siamo abituati da decenni a sentire la Uil diffondere “rassicurazioni” sulle intenzioni dei padroni, puntualmente seguite da carognate senza pari.

E infatti dalla Fiom arriva a stretto giro di posta una sostanziale smentita del fatto che nella lettera dell’azienda ci siano “novità sostanziali” rispetto a quanto già prospettato.

Michela Spera, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore elettrodomestico, e Stefano Zoli, coordinatore per la Fiom di Electrolux, hanno rilasciato questa sera la seguente dichiarazione congiunta.

«Oggi Electrolux ha comunicato al sindacato quanto aveva già affermato al tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico lo scorso 30 gennaio, e cioè l’impegno a presentare un piano industriale per Porcia, un aggiornamento del piano di Susegana, il mantenimento dello schema a sei ore con ammortizzatori sociali, un confronto aperto con le Regioni per individuare le iniziative a favore della competitività  negli stabilimenti Electrolux.»

«Nulla di nuovo  per i lavoratori, quindi, rispetto allo scorso 30 gennaio; la novità sono le minacce e il ricatto nei confronti delle forme di lotta che in tutti gli stabilimenti del gruppo permettono ai lavoratori di partecipare attivamente al tavolo della trattativa.»

«Electrolux non li vuole e minaccia di interrompere il confronto avviato dal ministro Zanonato.»

«Respingiamo il ricatto e confermiamo ad Electrolux la nostra richiesta: l’avvio di un confronto che mantenga la sostenibilità e la competitività degli stabilimenti e delle produzioni, salvaguardando occupazione, salario e diritti.»

«Invitiamo l’azienda ad un confronto senza ricatti e che individui risposte di merito, utili ai lavoratori; alle affermazioni e alle dichiarazioni di intenti devono seguire fatti e impegni concreti in termini di investimenti, prodotti, volumi, livelli occupazionali senza riduzioni di salario e di diritti.»

«Le iniziative, gli scioperi e i presìdi, che hanno visto la partecipazione di tutti i lavoratori negli stabilimenti del gruppo, continuano.»

Una situazione per nulla chiara, dunque, che lascia intravedere una forte volontà di dividere il fronte compatto fin qui messo in campo dai lavoratori dell’azienda svedese.

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