Menu

Il “piano Camusso”? Cacciare tutti i dissidenti in Cgil

Come sta andando il congresso nella Cgil? Bene, grazie, risponderebbe Susanna Camusso. E solo lei. Chiunque la veda un po’ dall’esterno non immagina neppure la mattanza di dissidenti in corso durante e soprattutto dopo le assemblee. Chiunque abbia sostenuto qualcosa di diverso dal “sì” pieno e senza dubbi sulla posizione del “segretario” confederale finisce immediatamente alla Cayenna. Sindacalmente parlando…

Cosa significa? Che i seguaci di Giorgio Cremaschi – quelli del “maledetto” documento n. 2, “Il sindacato è un’altra cosa” – vengono allontanato nei modi che ognuno ha potuto vedere con i propri occhi, in streaming? Beh, per quelli era scontato. In larga misura lo sapevano anche loro…

No, qui stiamo parlando dei normali sostenitori del “documento 1”, quello del “segretario generale” Camusso (il maschile lo pretende lei, scusateci/la), che però hanno avuto la pessima idea di sostenere e votare – in assemblea e nei seggi – a favore degli “emendamenti” proposti da Landini e altri sostenitori del segretario generale della Fiom.

Una prassi come quella che vi stiamo per raccontare non è possibile – per ora – applicarla ai delegati della Fiom, perché qui Landini & co. sono assolutamente maggioritari (circa il 75% sostiene “il reggiano”, mentre un’altra buona quota va alla Rete28Aprile cremaschiana e solo un 15-20% ai “camussiani”.

Ma nelle altre categorie è strage di delegati. Bisogna naturalmente sapere che molti delegati (o addirittura “funzionari”) possono svolgere il loro lavoro sindacale solo perché “in distacco”. Ovvero, conservano il posto in azienda, ma lavorano a tempo pieno o parziale per il sindacato. Cosa fanno i segretari categoriali o territoriali, dopo la conclusione dei congressi locali? Semplice: fanno la lista dei “cattivi” e tolgono loro la delega per il distacco, rispedendoli “in produzione”. Se l’azienda esiste ancora…

Questa denuncia dettagliata viena dalla Fil (trasporti, dunque) della Campania, e merita di essere riportata per intero.

*****

A tutte le compagne e i compagni della Cgil

Per difendere la libertà, la democrazia il pluralismo nella Cgil

È appena terminato il Congresso Regionale della Filt Campania.

Il Segretario Generale, appena rieletto, invia un sms ai dirigenti regionali della categoria che hanno sostenuto gli emendamenti al documento di maggioranza firmati da Landini e altri e sul “testo unico” sulla rappresentanza. Vengono convocati per il giorno dopo per comunicazioni urgenti.

Le comunicazioni sono relative alla revoca dei distacchi sindacali e al rientro immediato, il sabato successivo 1° marzo, nelle aziende di provenienza.

Nessuna motivazione viene fornita per questa decisione: “è terminata la collaborazione”!?

Neanche il capufficio di un’azienda privata, la peggiore possibile, si sarebbe potuto comportare così.

Lo fa il Segretario Generale Regionale di una categoria della Cgil, senza nessuna decisione di una segreteria che, tra l’altro, non è neanche stata ancora eletta.

Tantomeno del Direttivo.

Lo fa contro i princìpi fondanti della Cgil. Come se fosse naturale reprimere la libertà di espressione e il pluralismo nella Cgil. Lo fa con una modalità che con cozza contro i più elementari princìpi della civiltà dei rapporti, personali ed umani.

Ne sono vittime due dirigenti della Filt: una compagna della Segreteria Regionale uscente, responsabile del Dipartimento diritti, e un compagno dell’apparato politico regionale, impegnato nel settore pubblico del trasporto locale.

Tutto ciò è insopportabile.

Facciamo appello a tutte le compagne e i compagni, al di là delle loro opinioni congressuali, perché si esprimano contro questo atto inqualificabile di autoritarismo e discriminazione, indegno della tradizione democratica della nostra organizzazione.

Lo chiederemo al Congresso Regionale della Cgil anche al Segretario generale Susanna Camusso, perché, come ha sostenuto recentemente, “in Cgil non cacciamo chi ha opinioni diverse dalla maggioranza”.

Fa bene Susanna Camusso a dirlo, noi non dobbiamo farlo passare nel silenzio e con il silenzio, la Cgil della Campania non lo merita.

Napoli, 5 marzo 2014

Le compagne e i compagni della Cgil Campania

sostenitori degli emendamenti al 1° documento congressuale

Non ci sembra necessario aggiungere molto.Ci sembra evidente che un “trattamento” del genere, fatto a chi si riconosce nelle posizioni di Maurizio Landini, è qualcosa di più di un “tagliargli l’erba sotto i piedi”. E’ un avvertimento a lui stesso: dopo la fine di questo Congresso (il 6-8 maggio, a Rimini), partirà la “grande offensiva” per commissariare la Fiom. Prima va completato il “repulisti” dei possibili simpatizzanti in atre categorie.

Per fortuna che, lì fuori, c’è l’Usb che cresce…

Ci teniamo però a dire che questa prassi non denuncia affatto una “cultura alla Putin” o un “rigurgito stalinista”. E’ ora di tornare a chiamare le cose col loro nome, senza più subire l’influsso deformante delle parole usate a vanvera (ma in modo mirato) dal “nemico”.

Più banalmente, questa è una prassi fascista. Del resto, anche altri ex socialisti – una volta ascesi al potere – si sono distinti per un rifiuto totale del pluralismo e della democrazia. A cominciare da quell’ex direttore de L’Avanti! poi rovesciato dalla Storia…

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *