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Bergamo. In sciopero i facchini delle cooperative dell’Ospedale Giovanni XXIII

Sono in sciopero i facchini del consorzio Hydra in servizio al nuovo Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Scioperano contro i 27 licenziamenti annunciati. I tagli del personale sarebbero da attribuire all’introduzione di robot nel reparto ipogeo, dove 27 lavoratori su 99 rischiano di perdere il posto lavoro. Le cooperative che si sono susseguite nella gestione del facchinaggio presso l’Azienda Ospedaliera sono state molte, e defezioni e problemi non sono mancati anche in passato.

A novembre scorso, il consorzio ha assunto i lavoratori a tempo indeterminato scongiurando apparentemente il pericolo della precarietà. Ma a dicembre, Hydra ha fatto in modo che i lavoratori dovessero scegliere tra il licenziamento e la riduzione a circa un terzo dell’orario di lavoro con ovvio adeguamento dello stipendio. A fronte di una paga piena di 800/900 euro, la scelta (o il ricatto) tra essere licenziati e portare a casa 300 euro ha spinto i lavoratori alla mobilitazione.

L’Unione Sindacale di Base (USB) insieme ai lavoratori si è subito opposta e ha indetto lo sciopero di ieri mattina. Inoltre, come si legge dal comunicato distribuito durante la protesta, per il sindacato di base tutto questo può essere un pericoloso precedente: “Teniamo conto che quanto sta succedendo ai lavoratori della Hydra può essere solo un’anteprima di quanto potrebbe accadere ad altri lavoratori delle ditte che lavorano in appalto al Papa Giovanni XXIII, se continueranno ad essere considerati e trattati come lavoratori invisibili, essenziali per il funzionamento del servizio e della struttura ospedaliera, ma lavoratori di serie B con meno diritti e meno tutele”.

Inoltre USB afferma: “Ci ribelliamo a questi licenziamenti perché siamo convinti che sia possibile trovare soluzioni alternative, ci vuole la volontà dei soggetti coinvolti, che oltre a Hydra, sono la Siram e il committente primo, ovvero l’Ospedale Papa Giovanni XXIII che non può lavarsene le mani come se il destino di questi lavoratori non fosse un problema che lo riguarda”

Dopo un primo tavolo sindacale il 27 febbraio scorso, Hydra si era impegna a non procedere al licenziamento prima di aver valutato tutte le alternative possibili. Si attende da tempo anche una presa di posizione da parte dell’Ospedale, che deve fare i conti con un’immagine pubblica compromessa.

Rimane certa la determinazioni dei facchini che rivendicano il mantenimento di tutti i posti di lavoro e un reddito dignitoso.

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