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“Con la Cgil spostata sempre più a destra la crisi del sindacato sarà sempre più acuta”. Intervista a Cremaschi

Il congresso della Cgil invece di parlare della crisi del sindacato sarà l’ennesima vetrina con qualche effervescenza sui dati dei congressi di base. Non ti pare un po’ poco anche a te?
Il congresso nazionale arriva con una Cgil più spostata più a destra rispetto a come era partita. E’ questo il dato politico principale. Siamo di fronte a una deflagrazione verso posizioni ancora più moderate del gruppo dirigente. Non bisogna dimenticare, infatti, che c’è stato l’accordo del 10 gennaio che ha fatto esplodere la maggioranza. Da una parte il fallimento evidente del disegno degli emendatari, tutto proteso a condizionare dall’interno la maggioranza e, dall’altra, un gruppo dirigente su posizioni più moderate sul piano sindacale e politico.

Sì ma è un fallimento che nessuno registrerà, visto che Camusso ha vinto con percentuali bulgare i congressi di base.
Il bilancio sul cosiddetto dibattito interno è drammatico. Siamo partiti con una Cgil che si rimproverava di non aver fatto tutto quello che doveva sulla legge Fornero ed oggi ci ritroviamo con il vuoto totale di iniziativa contro Renzi. Siamo partiti con l’autocritica alle tre ore di sciopero e finiamo con il fatto che non si sciopera più. Sui congressi di base va detto che, a parte le denunce di brogli totale non applicazione del regolamento, che abbiamo già prodotto, siamo di fronte a una platea congressuale che non rappresenta la realtà della Cgil. Pensare che nella Cgil ci sia più del 90% che sta con Susanna Camusso e le sue posizioni non risponde alla realtà. Anche gli aspetti di colore sono significativi. Il fatto che sia stato invitato Moretti è un atto vergognoso. Voglio ricordare che Moretti ha licenziato Riccardo Antonini che è un delegato della Cgil. Questo è un congresso della crisi della Cgil che deriva dalla crisi economica e di un gruppo dirigente che reagisce solo con autoritarismo e annullamento della democarazia

E quindi voi al congresso che farete?
Noi andremo al congresso per fare tutte le battaglie possibili compresa quella della nostra esistenza perché l’hanno messa in discussione. Perfino con la trasgressione più sfacciata delle regole congressuali. Non sono stati annullati, infatti, i congressi dove è documentato che hanno votato i defunti e gli ammalati. Gli organismi di garanzia hanno lavorato fino in fondo per Susanna Camuso e la sua maggioranza. Questo è il congresso dell’abuso di autorità e della prevaricazione continua dove la Cgil darà il peggio di se. Questa crisi l’avevamo annunciata. Non voglio fare polemiche ma, insomma, se dal 31 maggio dell’anno scorso si fosse messo in piedi un fronte di opposizione interna non saremmo giunti a questa situazione. Noi proponiamo a tutti quelli che non sono d’accordo con Camusso un’alleanza comune di tutte le opposizioni nella diversità perché la situazione è gravissima. Un percorso di auto-annullamento della Cgil.

Hai fatto diverse assemblee nei luoghi di lavoro, che impressione ne hai ricavato?
Non c’è niente di peggio di un sindacato concertativo senza concertazione. Una sopravvivenza burocratica che espone i lavoratori al disastro. La sensazione nei luoghi di lavori è che il sindacato non esiste più. Renzi l’ha compreso benissimo e quindi affonda nel burro. La Cgil propone una sopravvivenza burocratica e autoritaria. Quello che abbiamo visto nei congressi è un enorme dissenso falsificato però dai risultati. E anche un elemento di assoluta sfiducia nella capacità e nella volontà del gruppo dirigente, che è il gruppo dirigente che ha il minor prestigio proprio quando vanta la massima maggioranza numerica. Non sta a noi proporre come risolvere questa contraddizione.

Al suo congresso la Fiom ha invitato una delegazione di Usb, che ha accettato di buon grado…
Considero positivo la decisone Fiom di invitare Usb. Non solo atto di cortesia ma un rapporto positivo cominciato dopo le critiche di entrambi all’accordo del 10 gennaio. Noi, che porteremo quell’accordo in tribunale, lavoriamo su questo in fondo. Detto questo, la Fiom è a un bivio, mi pare evidente. L’accordo del 10 gennaio è fatto per normalizzare la Fiom. Se non l’accetta deve trovare un modo per costruire l’opposizione. Credo che non possa stare in mezzo.

Come vi caratterizzerete a Rimini?
Il 6 maggio faremo un presidio proprio perché non accettiamo tutto questo. Una assemblea davanti al congresso della Cgil per iniziare la battaglia democratica che proseguiremo poi all’interno del congresso.

* Controlacrisi.org

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