Menu

Milano. “Madri nella crisi” del Policlinico occupano il tetto del padiglione Alfieri

Aggiornamento. Alla fine della seconda notte passata sul tetto del Padiglione Alfieri del Policlinico e presidiandone l’ingresso, una delle donne impegnate nella protesta -cardiopatica- è stata colta da malore e portata via in ambulanza. Problemi di salute anche per una delle occupanti il tetto. La protesta comunque continua e, dopo la formalizzazione della richiesta di un incontro agli assessori regionali Mantovani e Cantù e quelli comunali Majorino e Tajani, si attendono riscontri urgenti da parte delle istituzioni. “Non possiamo permettere che si crei un dramma nel dramma. La politica deve dare risposte da subito, assolvendo al proprio dovere di governare la società” dichiara Pietro Cusimano dell’Esecutivo regionale USB, presente al presidio permanente. “Le lavoratrici sono determinatissime e non molleranno questa lotta. Se entro oggi non arriveranno risposte dalle istituzioni, la protesta potrebbe assumere risvolti ancora più clamorosi!”.

Sabato nel corteo le hanno viste tutti. Lo striscione e lo spezzone era quello combattivo delle “Madri nella crisi”. Donne decise a difendere il proprio lavoro, la propria dignità e la propria indipendenza. Tornate a Milano dopo la manifestazione, non hanno certo perso tempo e lunedi mattina sono pasate all’azione.

“Siamo le MADRI NELLA CRISI – dicono tutte assieme le donne che da ieri occupano il tetto del Padiglione Alfieri del Policlinico di Milano – e oggi abbiamo deciso di dare sfogo alla nostra rabbia; rabbia che nasce dall’essere state prese in giro da troppi anni – alcune da oltre venti – vivendo nell’odioso incubo del precariato che ha di fatto contraddistinto la nostra vita lavorativa.” “Domani – continuano – saremo lasciate a casa, perderemo il posto di lavoro al Policlinico nel quale siamo state impiegate da tantissimi anni!”

“Succederà nella Milano dell’EXPO 2015  – concludono – che doveva portare lavoro ma che nei fatti sta portando disoccupazione e miseria. Siamo in 100 e quello che ci sta accomunando in questa tragedia è la nostra rabbia per l’eterna incertezza del lavoro, la stessa incertezza che – per decreto ministeriale – sta portando un’intera generazione alla precarietà a vita”.

“Oggi lanciamo il nostro grido: adesso basta!” – dichiara Rosanna dell’Unione Sindacale di Base, lavoratrice anche lei licenziata come le sue colleghe – e usciamo dall’invisibilità e dal ricatto occupando questo tetto, per amplificare la nostra voce di Madri costrette a vivere da precarie nonostante si voglia far credere che la condizione di precarietà riguardi solo i giovani”.”Passeremo qui la notte! non avremmo voluto stare su questo tetto nemmeno per un secondo – continua Rosanna – ma sindacati asserviti e vertici aziendali ci hanno riempito di bugie e di falsità. Da oggi ci riprendiamo la nostra dignità. Chiediamo che si apra una trattativa vera che coinvolga  l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, gli  assessori alle Politiche Sociali e al Lavoro del Comune di Milano,   assieme a noi e al nostro sindacato. Fino ad allora, questo tetto diventerà la nostra casa e da questo tetto convocheremo tutte le donne e le madri che vivono la nostra condizione di lavoratrici.”

 “Madri nella crisi” al corteo del 28 giugno (foto di Patrizia Cortellessa).

madri3piccoal

madriduepiccola

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *