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Torino. Importante sentenza contro il monopolio Cgil Cisl Uil sulla rappresentanza sindacale

Sulla scorta delle molte iniziative, anche legali, promosse dall’USB contro il cosiddetto “testo unico “ sulla rappresentanza sindacale iniziano ad arrivare i primi significativi risultati.

Il 30 giugno scorso il tribunale di Torino, accogliendo provvisoriamente il ricorso presentato dall’USB contro l’esclusione delle sue liste dalle elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie (RSU) nella società U-SHIN ITALIA (ex Valeo di Torino), ha ordinato l’immediata sospensione delle elezioni, che avrebbero dovuto svolgersi oggi 2 luglio, ritenendo illegittima l’esclusione delle liste presentate dall’USB, ed ha deciso di convocare il sindacato ricorrente ed i componenti della commissione elettorale per il 14 luglio. Il tribunale accoglie le tesi dell’USB che, pur non avendo firmato l’accordo del 10 gennaio (accordo peraltro impugnato giudizialmente davanti al tribunale di Roma da parte dell’USB che ha chiamato in causa Camusso, Angeletti, Bonanni e Squinzi), era titolata a presentare le liste in base a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro.

Questo pronunciamento del giudice non è il solo segnale che fa vacillare l’accordo del 10 gennaio: all’aeroporto di Bologna la commissione elettorale ha sospeso le elezioni, altri ricorsi legali sono stati avviati, migliaia di lavoratori interessati all’elezione delle RSU richiedono più democrazia sui posti di lavoro.
Contrariamente a quanto pensavano Confindustra e CGIL CISL UIL, “la questione della democrazia nei luoghi di lavoro” non è chiusa: USB non si inchina ad accordi truffaldini ed antidemocratici.
Il consenso tra i lavoratori ed i primi risultati che si stanno cogliendo ci dicono che lottare contro questo accordo non è solo possibile ma necessario, ed al tempo stesso evidenziano ancora di più come, in mancanza di regole certe ed uguali per tutti, i ladri di democrazia fanno di tutto per soffocare chi, come noi, non vuole legarsi al carro del padrone.
“Quello che manca è una legge sulla rappresentanza sindacale che ridia i diritti in prima istanza ai lavoratori, esattamente il contrario di quanto affermato nell’accordo del 10 gennaio” afferma l’Usb in un comunicato.

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