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Nola. Corteo contro la Fiat e i licenziamenti politici

Oggi a Pomigliano è ancora un giorno di lotta. In contemporanea con il processo presso il Tribunale di Nola che deve decidere della legittimità del licenziamento avvenuto ormai 6 anni orsono ai danni del combattivo e carismatico delegato Cobas Mimmo Mignano, si snoda dalla piazza del centro del paese vesuviano fino ai cancelli della Fiat un corteo purtroppo poco numeroso, ma comunque dotato di una sua orgogliosa dignità, formato sopratutto da giovani (e questa è la migliore notizia della giornata) dei collettivi studenteschi e dei centri sociali.

Presenti ovviamente delegati dei Cobas oltre che delegati Usb e della minoranza Cgil “Il sindacato è un’altra cosa”. La prima osservazione che viene da fare, visti i numeri purtroppo esigui, è che la cosiddetta società civile e le organizzazioni progressiste ad essa vicina, abbiano di fatto abbandonato gli operai Fiat a se stessi. La fabbrica che ha plasmato il senso di questi territori non mobilita più nemmeno le coscienze, dismesse anche loro sull’altare delle nuove compatibilità di Marchionne.

Gli interventi che si susseguono dal camioncino che guida il corteo parlano la voce della disperazione prima che della rabbia. La disperazione di lavoratori e padri di famiglia da anni in cig, a salario ridotto, con ritmi di lavoro sempre peggiori, di suicidi continui, di solitudini non riparabili, di isolamento sociale e politico, di rappresentanza ai minimi termini e ai minimi storici. Parlano di schiavitù, ribadiscono che il tanto decantato modello Marchionne è un ritorno agli inizi del Novecento perchè la produttività secondo i dettami dell’a.d. della Fiat travolge dignità e salute, benessere e prospettive di futuro.

E’ appena di qualche settimana fa il licenziamento di 5 operai colpevoli di aver inscenato il finto suicidio di Marchionne fuori i cancelli della fabbrica. Un’azione puramente goliardica e dimostrativa che però è bastata a determinare l’arrivo delle lettere di licenziamento a danno dei 5 operai.

Il corteo si conclude dinnanzi ai cancelli della fabbrica dove vi sono piccole scaramucce con la polizia ma null’altro. Il sole picchia forte, la stanchezza è tanta, giunge notizia che il Tribunale di Nola ha rimandato a settembre l’udienza a carico di Mimmo.

Qualcuno dice che i giudici stanno ancora cercando i cavilli necessari per portare avanti questa farsa di processo e si sono presi pertanto ancora un po’ di tempo. Per i giudici ancora un piccolo sforzo e poi sarà tempo di vacanze che, visto gli esagerati stipendi che percepiscono, non saranno niente male. Gli operai Fiat invece no, in vacanza non ci possono andare, per loro l’ennesima estate rovente a base di cassintegrazione e sacrifici. Sperando che altrettanto rovente sia pure l’autunno a venire.

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