Menu

Presidenza del Consiglio: lavoratori a rischio licenziamento in assemblea permanente

Circa 30 informatici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da anni dipendenti in appalto di varie aziende e oggi in Telecom, sono da questa mattina in assemblea permanente all’interno della PCM. 

Sono lavoratori e lavoratrici impegnati nella manutenzione informatica anche di pronto intervento, dipanando qualsiasi problematica con professionalità e affidabilità, che rischiano a breve il licenziamento.
Negli anni l’appalto ha fruttato ampi profitti alle varie aziende alle quali è stato affidato, viceversa solo precarietà e bassi salari ai lavoratori.
L’USB, che rappresenta questi lavoratori, chiede da tempo di procedere ad un piano di reinternalizzazione del servizio e dei lavoratori che attualmente lo svolgono, sostenendo che tale processo comporterebbe sicuri risparmi di risorse e, allo stesso tempo, ricondurrebbe nell’ambito pubblico un delicatissimo servizio che per vari aspetti attiene anche alla sicurezza della PCM.
L’USB, ha già chiesto un incontro al Segretario Generale della Presidenza al fine di scongiurare il rischio e stabilizzare i rapporti di lavoro. Ma ad oggi, a ridosso dei paventati licenziamenti, solo qualche labile segnale ma nulla di concreto: un anticipo di jobs act in casa Renzi?
I lavoratori e l’USB proseguono l’assemblea e chiedono un incontro urgente con la Presidenza del Consiglio.

*****

Per ora nessuna risposta. Questa la nota diramata nel pomeriggio dall’Usb:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: SENZA RISPOSTE I PRECARI DI “CASA RENZI” A RISCHIO IL SERVIZIO INFORMATICO DI PALAZZO CHIGI

Non hanno ottenuto ancora risposte i precari della Presidenza del Consiglio che da oltre 10 anni garantiscono il servizio informatico, da questa mattina in assemblea permanente nella sala Polifuzionale della PCM contro i loro licenziamenti.

“Se Palazzo Chigi continuerà ad ignorare questi lavoratori  saremo costretti ad indire uno sciopero ad oltranza, rischiando di lasciare la PCM senza il supporto informatico”, avverte Teresa Pascucci, del Coordinamento Nazionale USB.

“La PCM si assumerebbe una grave responsabilità con riflessi anche sulla sicurezza interna al palazzo – continua la sindacalista  – che con la decisione di interrompere il servizio informatico avvierebbe un falso risparmio e un’operazione di facciata tutta sulle spalle dei lavoratori”.

“Continueremo la lotta per difendere il diritto al lavoro dei precari della Presidenza, che dopo anni di sfruttamento vorrebbero gettare via come carta sporca”, conclude Pascucci.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *