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Terni. “I lavoratori della Ast e i cittadini non sanno che farsene del dispiacere di Renzi”

La vergognosa, ma prevedibile, chiusura “anticipata” della trattativa presso il Mise nella giornata di ieri, ha dimostrato, se ancora ve ne fosse stato bisogno, i limiti e le responsabilità nella gestione della stessa.

Da un lato dobbiamo registrare l’atteggiamento pirata della Thyssen-Krupp, che ha scaricato senza tanti riguardi un territorio ed una realtà lavorativa che tanto ha contribuito ai suoi profitti sui mercati internazionali ed alla qualità della sua produzione; dall’altro un atteggiamento “ritardatario” delle Istituzioni locali che troppo tempo hanno atteso prima di “alzare la voce” a difesa del tessuto produttivo ternano ed umbro.

E per completare il quadro di forte criticità, un atteggiamento arrendevole del governo Renzi che, impegnato nel taglio dei diritti dei lavoratori e lavoratrici italiane, non ha trovato di meglio che proporre una inutile e debole mediazione, che non poteva certo essere accettata dai lavoratori.

Organizzazioni sindacali locali che hanno affrontato la vicenda del progressivo depauperamento del sito siderurgico ternano, pensando di gestirla “in casa”, non tenendo conto evidentemente delle dimensioni di natura sovranazionale delle strategie e delle scelte che da lungo tempo lo hanno colpito.

Ma ora non è il tempo delle analisi degli errori, seppur pesanti, che sono stati commessi, e delle responsabilità.

Oggi è il tempo del conflitto e della lotta, a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ast, per la difesa dell’occupazione e del futuro stesso di un intero territorio.

Un’altra proposta è possibile, come all’Ilva di Taranto e come in tante altre fabbriche del settore industriale strategiche per il nostro Paese: la gestione pubblica delle stesse, con un piano di rilancio di politica industriale che in questo Paese langue da tempo. Saremo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ast, in tutte le iniziative e le lotte che verranno messe in campo, anche nello sciopero generale proclamato dall’ USB per il 24 ottobre p.v., per la difesa dei posti di lavoro e dei salari.

 

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