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Il “garante per gli scioperi” contro la Cgil

Certe regole erano piaciute moltissimo alla Cgil. Perché limitavano alla grande le possibilità di mobilitazione, radicamento, espansione dei sindacati di base nei settori in cui – per ragioni strutturali – anche la Cgil faceva parte dello schieramento dei “complici”.

Nei trasporti pubblici, per esempio, sono decine i sindacalisti Cgil-Cisl-Uil passati in un attimo dalla “guida dei lavoratori” alla “guida delle aziende”. Il più famoso – e maledetto dai lavoratori stessi – è certamente Mauro Moretti, traslocato dalla poltrona di segretario della Filt Cgil a quella di amministratore delegato; prime della Rete Ferroviaria Italiana, poi dell’intero gruppo Fs ed ora felicemente arrivato al vertice dell’Eni. Ma molti altri, negli stessi anni, si accontentavano di molto meno: un posto nei cda, una consulenza, qualche familiare assunto, ecc.

Le “sentenze” del “garante per gli scioperi nei servizi pubblici” avevano sempre sanzionato i sindacati minori, i “basisti”, mai “la triplice”.

Ma i tempi cambiano. E chi – anche nella sinistra radicale – fa finta che si stia ancora giocando il vecchio gioco, deve guadrare con attenzione certe notizie.

Lo sciopero generale di venerdì 5 dicembre, proclamato dalla Cgil per 8 ore contro la legge di Stabilità e il Jobs act, è parzialmente illegittimo. Lo ha stabilito l’Autorità di garanzia per gli scioperi, specificando che alcuni settori non potranno incrociare le braccia, a partire dall’intero comparto del trasporto ferroviario. Inoltre, in alcune Province non si potrà scioperare con riferimento al trasporto pubblico locale.

Formalmente non fa una grinza. Lo sciopero del 24 ottobre, indetto da Usb, Orsa, Unicobas, ha “bruciato” numerose date successive, in omaggio alla regola che obbliga alla “rarefazione” delle agitazioni in questo comparto.

Ma “sostanzialmente” non si può non cogliere il dato politico: la libertà di azione sindacale si va riducendo drasticamente per tutti quelli che non sono allineati e coperti dietro il governo in carica. Anche se ti chiami Cgil.

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