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Precari a vita, Italia condannata persino dalla Ue

“L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per l’abuso di contratti a tempo determinato nella Scuola. Ma bisogna essere chiari con i lavoratori – avverte Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo USB P.I.  – la sentenza non determina assunzioni immediate, nemmeno nella Scuola. Significa ricorsi ed ancora ricorsi. Ed i precari non possono aspettare gli anni del dibattimento nelle aule legali”.

“Ora, questa sentenza avrà un effetto diretto – prosegue Fiorentini – l’Italia subirà un procedimento di infrazione per la scuola. Fu proprio l’USB Pubblico Impiego, nel 2013, a denunciare l’Italia alla Comunità Europea per aver disatteso la direttiva sui contratti a tempo determinato. Quella nostra iniziativa ha comportato l’inizio dei procedimenti d’infrazione contro il governo Renzi, determinando l’apertura all’ARAN del tavolo di modifica del regolamento elettorale per le RSU, per estendere il diritto all’elettorato attivo e passivo ai lavoratori  a tempo determinato”.

“Come organizzazione useremo anche i ricorsi legali – annuncia Fiorentini – cha rappresentano uno degli strumenti nella lotta contro la precarietà. Ma la precarietà è una questione politica, che non troverà soluzione definitiva nelle aule dei tribunali. Per sanare le sue gravi inadempienze, l’Italia dovrà infatti creare una norma, non solo per la Scuola, ma anche per gli altri comparti del pubblico impiego, ovvero Ricerca, Sanità, Enti locali, Università e Pubblica Amministrazione in genere”.

“Per questo i precari non vanno imbrogliati – conclude Fiorentini – i ricorsi non sono la soluzione, come non lo sono le leggi 125/2013 e 128/2013, in cui pseudo provvedimenti di stabilizzazione portano ad assunzioni parziali ed infiniti ricorsi. Nei prossimi mesi l’USB P.I. continuerà la battaglia, con la mobilitazione e con le denunce all’Europa, con l’unico obiettivo di far assumere tutti i precari”, conclude il sindacalista dell’USB Pubblico Impiego

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