Menu

Terni. L’assemblea delle “ditte terze” in Ast

Sabato 13 Dicembre nel parcheggio della portineria ‘Serra0 si è svolta un assemblea spontanea dei lavoratori delle “ditte terze” (cui sono state esternalizzate alcune lavorazioni che avvengono all’interno dell’Ilva) che accusano: «Ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano, svolgendo la parte di comprimari in una vertenza che ci ha visto diventare merce di scambio».

Le ditte terze ast-tk impegnano circa 1200 lavoratori suddivisi in circa 120 piccole, medie, grandi aziende; ad alcune gia è stato tolto l appalto e alle restanti è stato chiesto una riduzione del 20% del costo e di rimettere a gara gli appalti.

All’ assemblea – che si è svolta in modo totalmente spontaneo – hanno partecipato 70/80 lavoratori che non ci stanno a sottostare ad accordi e di continuare con un sindacato che non li salvaguarda; che si sentono abbandonati nonostante abbiano partecipato ai presidi notte e giorno, sofferto, perso salario, manifestato insieme ai lavoratori AST… ma oggi sono considerati lavoratori di serie B.

Negli interventi, perlopiù sparsi,  ci si sfoga, si respira la difficoltà a dare risposte, c é tanta rabbia e sconcerto quasi rassegnazione di chi si sente tradito. Pian piano si fa largo la proposta – ch deriva da una necessità ormai evidente – di autorganizzarsi e di creare una struttura autonoma; per cominciare a ragionare con la propria testa, per difendere il proprio diritto al lavoro, in forme e modi tutti da creare e decidere insieme.

Nei vari interventi si fanno affermazioni preoccupanti: “nei prossimi giorni si chiuderà a tutti i costi la vertenza e la nostra partecipazione al referendum è solo formale”. Un giovane operaio interviene dicendo che in sette anni di lavoro ha visto sempre più peggiorare le proprie condizioni e il futuro è totalmente incerto; ricorda “gli operai saliti sulle torri per difendere l’appalto e fatti desistire con l’inganno, ma proprio per questo è necessario autorganizzarsi”. Un altro, indicando la fabbrica di fronte,ricorda “noi li dentro, moriremo di tumore”; e ancora ”licenzieranno noi per dare il lavoro ad altri, a 7-800 euro al mese”.

Interviene un lavoratore “non Ast” che esprime la solidarietà e afferma “la necessita di auto-organizzarsi nel proprio posto di lavoro proprio perché questi sindacati concertativi non difendono più i lavoratori” e ricorda: “in questa vertenza, nel momento in cui l’azienda cominciava a temere la lotta dei lavoratori, per il rischio di dover pagare le penali per le mancate consegne e si acquistava maggior potere contrattuale, si è deciso di far rientrare progressivamente i lavoratori, di dare la cosiddetta disponibilità. Le rsu locali hanno dovuto cedere alle decisioni dall alto dei vertici sindacali nazionali”. Ricorda Landini (“che è il meno peggio”) quando gridava a quattro venti “occuperemo le fabbriche” e poi niente. “Il loro compito è fare da pompiere, perché hanno paura della forza dei lavoratori; per questo sono arrivati ai manganelli davanti al mise”.

La necessità di darsi un’auto-organizzazione pian piano convince; si programmano altri incontri per darsi una struttura, si invita a informare colleghi di lavoro sullo svolgimento dell’assemblea, verrà creata una pagina su Facebook (“Assemblea delle ditte terze AST”) come strumento di informazione; ci si augura che nel prossimo incontro siano presenti molti più lavoratori… In fondo, si dice, “a  questo punto non abbiamo niente da perdere”. 

Il volantino condiviso dall’assemblea e che verrà diffuso in fabbrica e in città:

com ast-esterni

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *