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Esplode la rabbia dei lavoratori delle Province

Giovedi a Roma i lavoratori dell’USB e di altre organizzazioni sindacali hanno fatto incursione nella sala del Consiglio mentre il Sindaco Marino ed i consiglieri si accingevano ad approvare lo Statuto della Città Metropolitana. A Genova hanno sfilato in corteo fino alla Regione.

Con un blitz che ha portato all’occupazione della presidenza del Consiglio Metropolitano di Roma, i lavoratori hanno chiesto al Sindaco di comunicare immediatamente al Governo lo stato di agitazione della Provincia di Roma, e di relazionare con i Ministri responsabili sulle gravi conseguenze occupazionali che si verrebbero a creare con l’applicazione della legge Delrio e dell’emendamento Bressa. I rappresentanti sindacali hanno poi occupato i banchi ex assessori attendendo il ritorno del Sindaco mentre il Consiglio dibatteva le modifiche allo Statuto.
Il Sindaco Marino ritornando in aula e parlando con i rappresentanti sindacali ha comunicato di aver fatto fronte comune con altri sindaci di città metropolitane (Milano, Firenze, Torino, ecc) ed aver avuto rassicurazioni dal sottosegretario Delrio su ulteriori emendamenti a favore delle Città Metropolitane.
Questa mattina il governo dovrebbe presentare il maxi-emendamento contenente le misure di applicazione della legge 56/2014 (Delrio) per le città metropolitane.
Ma i lavoratori delle Province non mollano e continuano a organizzare con USB la propria resistenza. Negli ultimi tre anni USB ha sviluppato iniziative di lotta e assicurato una continua e puntuale controinformazione: nel dicembre 2013 lo sciopero dei lavoratori della Province contro il provincicidio, il 19 giugno lo sciopero del Pubblico Impiego,il 24 ottobre lo sciopero generale oltre a presidi, iniziative e denunce.
A Genova invece un migliaio i lavoratori delle province liguri hanno dato vita a un corteo. I lavoratori, partiti dalla sede della Provincia di Genova, hanno raggiunto la sede della Regione Liguria per chiedere certezze sul loro futuro occupazionale e la permanenza di servizi fondamentali, svolti oggi dagli enti provinciali, come la difesa del suolo, la manutenzione strade, la formazione. “Tra 10 giorni le province chiuderanno ma, per ora, non sappiamo ancora nulla del nostro futuro – spiegano – chiediamo la solidarietà dei cittadini, lottiamo anche per loro”. Molti lavoratori portano cartelli con scritto “in scadenza il 31/12/14”.

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